“Adesso che qualcuno ha acceso un riflettore sul problema, forse i colleghi del Pd, che avevano chiesto e ottenuto un’audizione sul tema, riusciranno a comprendere i motivi per cui ho sostenuto la scelta di Trenord di non far salire le biciclette sui treni”. Così Andrea Monti, vice presidente della Commissione Trasporti del Pirellone commenta l’articolo pubblicato ieri sul Corriere della Sera riguardante il problema dei riders sui treni.
“L’inchiesta del quotidiano – spiega Monti – ha messo in luce come sui treni della Milano-Mortara ormai non ci sia più spazio per salire o scendere, senza scavalcare la massa di biciclette presenti. Questo perché molti dei ragazzi che fanno le consegne a domicilio utilizzano questi mezzi come scorciatoia per guadagnare tempo, probabilmente incentivati direttamente dalle società per cui lavorano. Tutto ciò dimostra come la scelta di non far salire le biciclette fosse inevitabile e che non aveva nulla a che vedere con il turismo. Nelle aree metropolitane, nei giorni feriali, questa regola deve essere mantenuta e francamente trovo assurdo come alcuni comitati di pendolari difendano l’iniziativa del Pd regionale che, per mezzo del consigliere Bocci, da mesi continua a chiedere a Trenord di cambiare direzione”.
“Al contrario – conclude Monti – bisognerebbe invece usare la mano ferma perché le imposizioni vengano rispettate, in primis nell’interesse dei pendolari, ma anche contro le società di delivery che sfruttano questi ragazzi e impongono loro tragitti troppo lunghi per le biciclette. A questo punto viene da chiedersi se il Pd regionale, sempre molto attento alla salvaguardia dei lavoratori, abbia tenuto in considerazione anche questo elemento”.