MONZA – In occasione del Primo Maggio ha fatto sentire anche la sua voce, richiamando le istituzioni, il Governo primo tra tutti, ad ascoltare la voce del territorio e della piccole e medie imprese. Paolo Galassi, presidente di Api, sottolinea la situazione di grande emergenza che ha colpito anche la Brianza.
“Siamo tutti consapevoli, che quasi tre mesi di lockdown hanno permesso di salvare il sistema sanitario dal collasso e quindi la vita di molti cittadini – afferma Galassi -. La chiusura delle fabbriche però non è andata di pari passo con un vero e proprio “Piano Marshall” per impedire che la “guerra” al virus si abbatta sulle imprese e i posti di lavoro. A pochi giorni, dalla “Fase 2”, dobbiamo ripartire in sicurezza e accelerare la ripresa economica fronteggiando una delle peggiori crisi che l’Italia abbia mai affrontato. Non so se le istituzioni abbiano compreso pienamente la portata dell’emergenza; per ora i dati economici urlano senza sonoro e sono inascoltati. Non si sta facendo abbastanza”.
Il presidente dell’Api fa presente che i continui decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri evidenziano una scarsa conoscenza del mondo imprenditoriale: “Gestiscono chiusure o aperture senza conoscere il sistema produttivo o provvedimenti che regolamentano la mobilità delle persone senza differenziare zone e lavoratori. Ora più che mai è venuto il momento di ascoltare l’urlo dei numeri con cui le PMI stanno facendo i conti. Cifre che gli imprenditori stanno cercando di combattere per garantire la tenuta dell’azienda. Perché se le aziende chiudono, se ne vanno anche i posti di lavoro”.
“Le nostre imprese associate del territorio brianzolo – spiega Galassi – stanno registrando perdite di fatturato di oltre il 50% e, ad oggi, abbiamo già richieste di cassa integrazione da oltre 60 imprese per circa 1.100 lavoratori. L’80% di queste sta anticipano il dovuto ai lavoratori per non lasciare una famiglia senza reddito. Abbiamo fatto un’indagine, gli imprenditori sono molto preoccupati, il 25,3% per la tenuta dell’azienda e la garanzia dell’occupazione dei dipendenti, timore che supera le paure relative alla salute propria e dei familiari (19%), altri per il futuro incerto (16%) o per i mancati pagamenti dei clienti (15%). In questo scenario, dunque, è indispensabile agire subito, con azioni fattive e concrete, per assicurare la sopravvivenza delle piccole e medie realtà manifatturiere che, da sempre, garantiscono l’occupazione”.
“Al Governo nazionale e al Governatore della Lombardia chiedo quindi – conclude Galassi – di ascoltare noi imprenditori, di agire, velocemente, eliminando la burocrazia, di investire sulle imprese con sostegni a fondo perduto, di pagare gli arretrati per le forniture e i servizi alla PA, di restituire l’Iva dovuta, di non chiedere alle imprese di indebitarsi ulteriormente solo per pagare le tasse, di comprare solo made in Italy e di dare avvio alle grandi opere. E una domanda: perché nella task force di esperti del Governo non ci sono imprenditori o imprenditrici? Vi chiediamo di credere nel fare impresa. Gli imprenditori sanno costruire il futuro delle aziende e delle loro famiglie “allargate” composte dai lavoratori. E voi? Volete darcene l’opportunità?”.