MILANO – “Sono trascorsi due mesi dal weekend del 21 febbraio nel quale a Codogno è partito il primo focolaio del coronavirus. I Comuni travolti per primi dallo tsunami del coronavirus hanno mostrato grandissima responsabilità nel rispettare le restrizioni imposte e nell’accettare la situazione con comportamenti che hanno contribuito fortemente a limitare l’avanzata del contagio in quella zona”. Lo ha ricordato l’assessore di Regione Lombardia al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, intervenendo alla diretta Facebook quotidiana trasmessa dalla pagina di Lombardia Notizie Online.
“La sfida – ha detto Foroni – non è ancora vinta, può essere ancora lunga e, quindi, dobbiamo continuare a prestare massima attenzione. E rispettare le misure finora vigenti a tutela di tutta la comunità”. Foroni ha sottolineato il lavoro fondamentale giocato nell’emergenza dai volontari della Protezione civile. Specificando che, nel periodo 22 febbraio-19 aprile, sono state messe a disposizione oltre 77.000 giornate lavoro con punte di 3.000 volontari al giorno.
“In relazione all’emergenza coronavirus – ha continuato – la Protezione civile regionale ha continuato a effettuare attività di supporto logistico ai Comuni, trasporto di materiali sanitari per la gestione dell’emergenza, supporto alla gestione del numero verde attivato per il cornavirus. Oltre a dare supporto logistico per l’allestimento di spazi per triage e per l’allestimento degli ospedali da campo, verifica degli spazi e allestimento di strutture destinate alla quarantena; supporto, ove attivato, alle attività di sorveglianza sanitaria presso gli aeroporti”.
“La Protezione civile – ha inoltre precisato l’assessore – ha fatto da tramite su tutte le questioni organizzative per i vari contingenti delle delegazioni internazionali accorse in aiuto. Un lavoro incessante e un’esperienza positiva di raccordo pur nella grave situazione in corso. Prima dell’emergenza coronavirus manifestatasi a Codogno – ha ricordato – stavamo lavorando a un forte potenziamento della Protezione civile regionale, quello che è successo dimostra ancora di più quanto sia necessario rendere questo servizio ancora più forte nella sua capacità di intervento, perché è un grande risorsa della comunità”.
“Non ci fermiamo – ha sottlineato Foroni – qui. Dopo aver consegnato 8 milioni di mascherine, domani ne andremo a distribuire altre 300.000 agli operatori delle multiutility e stiamo approfondendo le necessità per andare a coprire il fabbisogno nelle zone in maggiore difficoltà. Infine Regione Lombardia – ha aggiunto – dopo aver attivato una filiera di riconversione industriale per le mascherine, sta provvedendo anche a supportare la produzione di camici. Si tratta di 725.000 camici, più altri kit con calzari e guanti per i nostri ospedali. Saranno presto pronti e disponibili, con il marchio di certificazione CE”.
A partire dall’inizio di aprile sono state consegnate più di 8.000.000 di mascherine. Così suddivise: 400.000 al volontariato di Protezione civile; 6.500.000 agli Enti (Comuni, Province, Prefetture, Forze dell’ordine); 600.000 ad altri soggetti ‘distributori’ per la cittadinanza (farmacie, edicole); 330.000 alle aziende del Trasporto Pubblico Locale comprese Trenord e Ferrovienord e 300.000 (in consegna) alle aziende ‘multiutility’.
Ben 800 Centri Operativi Comunali sono stati attivati sul territorio per dare supporto logistico ai Comuni, da parte del volontariato territoriale. Nel periodo 9-19 aprile, i mezzi della Protezione civile hanno effettuato più di 300 consegne di materiali sanitari e altro alle Aziende sanitarie. E assicurato il trasporto e la consegna al magazzino di Rho di vari ordinativi di dispositivi sanitari. I mezzi della Protezione civile regionale hanno percorso più di 50.000 km.
È stata assicurata la fornitura e il supporto logistico per la movimentazione del personale. Ma anche dei materiali sanitari dei team medico-infermieristici italiani o provenienti dall’estero. Si tratta del personale sanitario giunto in Lombardia da Norvegia, Albania, Romania, Russia, Cina, Stati Uniti, Cuba, Polonia e Tunisia. Nonché la loro sistemazione, in stretta collaborazione con le Ats e le Asst. Dall’inizio del mese di aprile sono stati trasportati, sul territorio lombardo, circa 550 medici e infermieri (400 stranieri e 150 italiani). E, inoltre, nel periodo 16-18 aprile, è stato fornito supporto a più di 50 operatori sanitari.
Il supporto con personale volontario alla gestione del numero verde attivato da Regione per l’emergenza coronavirus ha visto l’impiego di circa 20 volontari/giorno per il mese di aprile.
Il supporto logistico per l’allestimento di spazi per triage è stato assicurato in 22 punti pre-triage. Collocati negli ospedali di Alzano Lombardo, Bergamo, Borgo Mantovano, Brescia, Casalmaggiore, Chiari, Crema, Cremona, Erba, Gavardo, Iseo, Mantova, Milano, Monza, Rozzano, Seriate, Sesto San Giovanni, Stradella, Vigevano, Vimercate. Cui si è aggiunto l’allestimento di strutture di pre-triage per gli istituti carcerari (installati 19 punti di pre-triage). Nonchè l’allestimento di posti letto presso alcuni ospedali della provincia di Lodi.
“Tutte le attività logistiche coordinate dalla Protezione civile regionale – ha concluso Foroni – sono state svolte in stretto raccordo con i sistemi provinciali. E si sono svolte in sinergia con il sistema sanitario regionale. Con il quale si definiscono, all’evolvere della situazione, le strategie di intervento a breve e medio termine e le azioni operative da portare avanti nell’ambito del quadro emergenziale”.
“A livello nazionale – ha ricordato infine Foroni – la Protezione civile regionale ha sempre assicurato, fin dall’esordio del coronavirus a Codogno, il raccordo con i Ministeri competenti e con il Dipartimento nazionale della Protezione civile. Tramite il Comitato Operativo di Protezione civile”.