LODI – Con il passare delle ore e dei giorni emergono nuovi particolari sul tremendo deragliamento del Frecciarossa a Lodi, quello che è costato la vita ai due macchinisti. Lo scambio, posizionato in modo non corretto, ha immesso il treno in un binario verso sinistra (in quel tratto scorrono più binari dell’alta velocità), ma alla velocità di 290 km/h cui procedeva, la carrozza n.1 con la motrice è praticamente decollata e, 600-700 metri dopo, ha impattato contro un carrello che si trovava su un binario morto, e poi contro una palazzina. Il carrello è stato ritrovato dentro la palazzina, mentre dalla cabina di pilotaggio, sventrata, i corpi dei due macchinisti sono stati proiettati fuori ad ulteriore grande distanza.
La polizia scientifica, intanto, ha recuperato l’hard disk delle telecamere posizionate sul perimetro della stazione di segnalamento fra Livraga e Ospedaletto Lodigiano, dove ha finito la sua corsa la motrice. E si prospettano degli accertamenti irripetibili sui binari che comporteranno necessariamente, a breve, l’iscrizione nel registro degli indagati di qualche persona per omicidio e disastro colposo.
I sindacati rifiutano l’ipotesi di un errore umano commesso dalla squadra di cinque operai che erano intervenuti sullo scambio poco prima, come unica causa dell’incidente. Sentiti come testi, gli operai avrebbero detto di non aver terminato il lavoro completamente, ma di aver rimesso lo scambio in ordine e che il binario dagli agenti di manutenzione era stato restituito regolarmente a quelli di movimentazione. Secondo quanto si è saputo, in questo modo la centrale di Bologna non avrebbe potuto constatare l’anomalia.