MONZA – Era riuscita a salvarsi a L’Aquila in occasione del terremoto di 10 anni fa. Titti, micia accudita dalla sezione cittadina dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) è morta dopo essere stata investita nella mattinata di mercoledì 23 ottobre in via Buonarroti. Stessa sorte per Renetta, altra gatta della stessa colonia felina.
Ad accorgersi dell’accaduto, verso le 8, è stata una passante mentre andava al lavoro. Una gatta era già morta sull’asfalto, l’altra si trascinava a fatica. Subito è stato contattato Giorgio Riva, presidente dell’Enpa, che a sua volta ha attivato il servizio zooprofilassi dell’Ats che ha recuperato la micia ferita. Portata al pronto soccorso veterinario di Cologno Monzese, purtroppo non ce l’ha fatta a sopravvivere a causa delle gravi lesioni.
Titti (graziosa micia dal pelo lungo squamato rossiccio) e Renetta (dal pelo bianco e tigrato) erano ospiti della colonia che si trova nella zona nota a Monza come ex macello, ancora in attesa di riqualificazione. I gatti, tutti di indole “selvatica” (ovvero non socializzati all’uomo e quindi non adatti per l’adozione), sono rimasti lì dopo il trasferimento del canile nella nuova sede di via San Damiano nel 2015.
Al gruppo di gatti originari, attirati dalla presenza di cibo, si sono poi aggregati altri gatti liberi provenienti dalle zone di via Buonarroti, via Mentana e via Procaccini, portando il numero totale a una quarantina di esemplari. Altri componenti della colonia erano gatti feriti soccorsi dall’Enpa negli anni, senza una colonia certa dove riportarli una volta guariti (come prevede la normativa), e altri ancora sfrattati dopo la distruzione del proprio habitat d’origine.
Titti, in particolare, era uno dei gatti “aquilani” arrivati proprio dal centro abruzzese devastato dal sisma nel 2009. Subito dopo il terremoto, l’Enpa di Monza si era recato in quelle terre martoriate portando in salvo 14 cani e una dozzina di mici liberi , tutti sterilizzati e non più ricollocabili nel centro distrutto della città. Renetta invece era arrivata da Vedano al Lambro nel 2011 con problemi di salute e si è sempre mostrata schiva e diffidente. Solo nell’ultimo anno e mezzo aveva imparato a fidarsi di chi si occupava di lei, accorciando le distanze e lasciandosi andare a qualche manifestazione d’affetto.
Non si conoscono le esatte dinamiche dell’incidente. Le due gatte, non più giovanissime, sono sempre state di indole pacifica: conducevano una vita tranquilla e non sono mai state viste né uscire né tanto meno attraversare la trafficata via Buonarroti. È probabile che, spaventate da qualcosa o qualcuno, siano fuggite per strada e che siano state investite da una macchina che correva troppo veloce . C’è chi dice che da tempo alcuni ragazzi si divertono a lanciare petardi proprio dove c’è la colonia; altri parlano della presenza di un cane.
Ringraziando per la sua grande sensibilità la signora che quella mattina si è fermata e ha allertato l’associazione, Enpa ricorda che l’omissione di soccorso di animali investiti non solo è un dovere morale ma costituisce una violazione del Codice della Strada, punibile con una sanzione amministrativa. L’ articolo 189, comma 9 bis, stabilisce infatti che gli utenti della strada che abbiano cagionato un incidente dal quale sia derivato un danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, sono tenuti a fermarsi e a garantire un intervento di soccorso tempestivo.