BRUGHERIO – Amministrazione comunale con le dita incrociate per quanto riguarda i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) con particolare riferimento ai lavori di riqualificazione dell’asilo nido “Andersen” di via Kennedy: il Comune di Fornovo San Giovanni, piccola realtà della bergamasca, chiede infatti di rivedere l’assegnazione dei fondi. E, nella convinzione di essere stato penalizzato, è passato dalle parole ai fatti decidendo di percorrere tutte le strade offerte dalla giustizia amministrativa.
Il Comune bergamasco chiede di annullare il provvedimento firmato dal direttore generale del ministero dell’Istruzione dal titolo “Avviso pubblico per la presentazione delle richieste di contributo per progetti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei Comuni destinati ad asili nido, scuole dell’infanzia e a centri polifunzionali per i servizi della famiglia”.
Per azzerare tutto si è rivolto al Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio, competente in materia visto che si tratta di un provvedimento ministeriale. E il Tar ha deciso di dare ascolto al Comune di Fornovo San Giovanni fissando l’udienza per il 27 settembre. Da una parte il Comune bergamasco, dall’altra il ministero dell’Istruzione e nove Comuni beneficiari del contributo, compreso Brugherio. Insomma Davide contro Golia ma l’esito, quando ci si avventura in battaglie giudiziarie di questo tipo, non è mai scontato.
Il Comune di Brugherio sta alla finestra e assiste: alle casse municipali sono stati destinati 912mila euro. Importo che non cambia la vita a un ente locale di queste dimensioni, ma che è tuttavia importante perché riguarda un intervento particolarmente atteso che ha fatto a lungo discutere. Proprio a fine giugno in Consiglio comunale si era scatenata la bagarre per la mancanza di posti negli asili nido del territorio, con il “Munari” di via Sauro ormai saturo e con l'”Andersen” chiuso dal mese di settembre 2020 per la necessità di eseguire lavori di riqualificazione edile e impiantistica.
A pagare le conseguenze di queste lungaggini, comunque vada, sono le famiglie: le domande numerose domande respinte e le conseguenti liste di attesa penalizzano i genitori che cercano un servizio educativo di qualità e che, invece, devono fare i conti con la burocrazia.
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