“Possiamo quindi dire che Pedemontana fino a quando non ci sarà un chiarimento dal punto di vista economico e politico è ferma su di un binario morto”. Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, tira queste conclusioni dopo la risposta data dalla Commissione Europea a una interrogazione dell’europarlamentare Tiziana Beghin.
“La Commissione Europea – spiega Fumagalli – afferma in primo luogo che il concedente ha l’obbligo di completare l’infrastruttura e che ‘se il concessionario non è in grado di finanziare la costruzione del tratto D, il contratto di concessione deve essere rinegoziato con il concedente e sottoposto all’approvazione della Bei (Banca Europea per gli Investimenti)”.
Non solo: dalla Commissione Europea si evidenzia che l’intervento “deve essere accompagnato da un piano economico e finanziario aggiornato che dimostri la redditività dell’intero progetto”. Per Fumagalli tanto basta per avere dubbi sulla realizzazione dell’autostrada: “Pare evidente – commenta l’esponente pentastellato – che con l’inflazione, particolarmente sulle materie prime e l’energia, e la situazione economica attuale, la realizzazione di un tale progetto così faraonico è più che compromessa. Con i sindaci che faticano a tappare le buche nelle strade per effetto del caro prezzi, la realizzazione della più costosa d’Italia, peraltro già in gravissimo ritardo e con mille difficoltà, è oggettivamente fuori da ogni legittima previsione.
Nella risposta delle Commissione Europea, inoltre, c’è un altro avvertimento: “Il contratto di concessione non può essere modificato senza il previo consenso scritto della Banca europea per gli investimenti. Pertanto, la Banca ha il diritto di accettare o rifiutare qualsiasi modifica della struttura originaria del tratto D, anche se quest’ultimo non rientra nel finanziamento della Bei”. Anche la revisione prezzi, più che probabile in questo momento storico, deve dunque passare non solo da Cal e da Regione Lombardia, ma anche dalla Bei per la verifica della redditività del progetto. “Così – conclude Fumagalli – si rimanda alle calende greche un progetto che, vecchio nella concezione, e poco realizzabile nell’attuale situazione economico sociale, molti vedono come un problema che più si allontana e meglio è per tutti”.
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