SEREGNO – La città non ospita alcun centro vaccinale, in Consiglio comunale va in scena il processo politico contro il sindaco Alberto Rossi. Parole dure, nella seduta consiliare di lunedì sera, nei confronti del primo cittadino, accusato a più riprese di non aver ottenuto un risultato importante e di non avere offerto un servizio essenziale ai cittadini.
A tirare fuori l’argomento è stato Edoardo Trezzi (capogruppo della Lega), che più che altro chiedeva conferme o smentite riguardo a una voce che circola in città: “Mi è giunta all’orecchio la voce dell’intenzione del Comune di allestire un centro vaccinale alla Porada, più precisamente sulle terrazze delle piscine. Spero non sia così, in una struttura all’aperto. Sarebbe una follia. Seregno non può non avere un polo vaccinale di eccellenza. Invito l’amministrazione a darsi da fare per trovare un posto idoneo”.
Tiziano Mariani, capogruppo della lista “Noi x Seregno”, ha voluto tranquillizzarlo: “Il sindaco ormai ha perso il treno. Non so per quale motivo: incoerenza, incapacità che dimostra quando ci sono problemi grossi. Sapevamo che il Polaris aveva annunciato la volontà di chiudere. E’ stato chiesto a Rossi di trovare uno spazio, ha proposto solo posti angusti. Per fortuna l’assessorato regionale è intervenuto sul Polaris e il proprietario si è messo di nuovo a disposizione, rinunciando agli incassi, per il bene della collettività. Fino a marzo siamo a posto. Rossi doveva offrire il PalaSomaschini immediatamente, c’era la necessità di un luogo immediato dove dare risposte ai cittadini. Ha tirato invece in lungo in modo vergognoso”.
Il sindaco, naturalmente, ha respinto tutti gli addebiti: “Negli ultimi dieci giorni mi sono visto tre volte con la Asst. Abbiamo proposto tutta una serie di spazi, compatibili con la richiesta di 4-6 linee vaccinali, quindi tra i 400 e i 600 metri quadrati. Ci siamo spinti anche più in là, offrendo uno spazio da 2.530 metri quadrati fino all’estate. Di più: abbiamo anche detto che eravamo disposti a farci carico di tutte le spese necessarie. Da parte nostra, insomma, attenzione e disponibilità massima nei confronti del tema dei vaccini. Il PalaSomaschini? Nessuno ce lo ha chiesto, ma è pur vero che utilizzare palazzetti e palestre significa anche causare la morte dello sport cittadino, cosa che vogliamo evitare dopo un anno già difficile. Altre soluzioni c’erano, noi le abbiamo proposte. Attendiamo le valutazioni della Asst. Di certo va riconosciuto il nostro impegno, le critiche sono ingiuste”.
Vaccinazioni a parte, nella seduta consiliare il tema Covid è stato affrontato anche dal punto di vista della sicurezza individuale e del contrasto alla diffusione del virus. Elisabetta Viganò (Lega), ha chiesto espressamente al sindaco di uniformarsi ai provvedimenti presi in altre città, ovvero l’obbligo della mascherina all’aperto fino al 6 gennaio. “Siamo la città dello shopping – ha spiegato – si formano assembramenti ed è necessario introdurre queste cautele”.