Lo scorso 3 ottobre, una 15enne di Carate Brianza, durante una serata in compagnia di alcune amiche a passeggio nelle strade di Seregno, dopo aver bevuto un’intera bottiglia di vodka si era procurata un’importante intossicazione alcolica, ai limiti del coma etilico, ed era poi finita al pronto soccorso del presidio ospedaliero caratese. Raccolta la denuncia della madre, nonostante ricordi della giovane fossero vaghi poiché offuscati dall’alcol di quella sera, i carabinieri della Stazione di Seregno hanno effettuato gli accertamenti del caso ricostruendo i fatti e riconducendo l’acquisto di quella bottiglia di vodka a un minimarket di Seregno (quartiere Santa Valeria) dove la 15enne in prima persona aveva acquistato il bene.
Nella giornata di ieri i militari hanno quindi deferito in stato di libertà del titolare per somministrazione di bevande alcoliche a minori (ex art. 689 co. 1 e co. 4 c.p.) il titolare del negozio, 36enne bengalese, residente a Seregno.
Tra l’altro, proprio quell’esercizio commerciale era stato oggetto di specifici controlli finalizzati al contrasto della vendita di alcol ai minori che i carabinieri di Seregno avevano effettuato lo scorso 24 ottobre quando attorno alle ore 22:00 circa, militari in abiti civili, vedendo un numerosissimo gruppo di ragazzi giovanissimi transitare in direzione del quartiere Santa Valeria di Seregno, immaginando si stessero recando in quel minimarket per comprare alcol, avevano deciso di seguirli e monitorarli. Giunti nei pressi del negozio, vedendo tre di questi entrare, uno dei militari aveva fatto ingresso nel piccolo negozio e, fingendo di comperare una Coca Cola, aveva osservato quanto stava accadendo. In quell’occasione l’esercente, nonostante i volti mostrassero chiaramente l’età dei giovani, senza chiedere alcun documento, aveva accettato 35 euro in contanti e aveva dato nelle mani dei minori 2 bottiglie di Vodka, una Fanta e una Schweppes. Ultimata la transazione, come i ragazzi si stavano appropinquando all’uscita, il militare in abiti civili si era palesato e, subito raggiunto da un altro collega, aveva cristallizzato la situazione. Dopo una prima fase in cui il giovane, privo di documenti, aveva dichiarato la maggiore età con un nome di fantasia (Francesco Esposito), non riuscendo a convincere gli operanti, si era quindi rassegnato e convinto a dire la verità: aveva 16 anni. Per l’esercente, già attenzionato da tempo, era invece scattata la prevista sanzione amministrativa, all’epoca solo amministrativa in quanto il minore aveva un’età superiore ai 15 anni.
Sempre in quel minimarket, mentre si verificavano i fatti sovresposti, un altro giovane, senza accorgersi che era in corso un controllo, aveva fatto ingresso con l’intento di comprare da bere. Alla richiesta del documento di identità da parte del titolare, il giovane, forse sorpreso dalla richiesta, considerata forse anomala, aveva capito chi fossero gli altri presenti e, mentre stava intraprendendo l’uscita, era stato fermato dai militari. I carabinieri, notata l’agitazione e il tremolio del giovane, gli avevano fatto svuotare le tasche trovando quattro confezioni in cellophane di cocaina e quasi 600 euro in contanti, ritenuta provento di spaccio. Il ragazzo, 23enne tunisino, celibe, incensurato, senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale era stato quindi portato in caserma per l’identificazione e denunciato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.