VAREDO – Il fumo causato dal rogo di circa 3 mila tonnellate stoccate illegalmente all’interno della Snia, man mano che si “dirada”, svela nuovi interrogativi rimasti ad oggi senza risposte certe. “Anziché fare battute atte a irridere le opposizioni, mi auguro che l’assessore regionale Raffaele Cattaneo sappia invece rispondere in tempi brevi al mio accesso agli atti mettendo a disposizione tutti i documenti che sono stati richiesti”. A dichiararlo è Marco Fumagalli, consigliere del M5s Lombardia.
“L’assessore Cattaneo – commenta Fumagalli – ha dichiarato che la proprietà dell’area aveva cercato di smaltire tali rifiuti in sette inceneritori, ma con esiti negativi e che era stata poi individuata una società di Limbiate per lo smaltimento lecito dei rifiuti. Ebbene il motivo per il quale ho depositato un accesso agli atti è proprio quello di avere contezza rispetto a ciò che è stato finora affermato dall’assessore di Regione Lombardia. Risulta evidente agli occhi di tutti quello che è successo. Altrettanto palese è che dietro all’incendio ci sono sicuramente delle responsabilità. Quali preventivi ha ricevuto la ditta e, soprattutto, com’è possibile che ben 7 inceneritori hanno rifiutato di smaltire i rifiuti? Mi risulta che, se dei rifiuti vengono avviati all’inceneritore, per esempio per lo sgombero di una discarica abusiva, l’inceneritore non possa rifiutarsi di prenderli in carico”.
Il consigliere regionale pentastellato, infatti, evidenzia quanto riferito dall’Arpa, ovvero che si tratta di rifiuti non pericolosi e, di conseguenza, il rifiuto da parte dei forni inceneritori appare ingiustificato.
“L’assessore Cattaneo – conclude Fumagalli – spieghi quindi ai cittadini quali siano gli impianti di incenerimento di rifiuti coinvolti e soprattutto dia riscontro alle motivazioni inerenti la non presa in carico della smaltimento di tali rifiuti all’interno degli inceneritori”.