SEVESO – Il sindaco Luca Allievi lascia…. e raddoppia il carico delle accuse. Se fino a pochi giorni fa si è limitato a rivolgersi alla Procura della Repubblica per chiedere di fare luce sulla gestione del Bosco delle Querce con particolare riferimento alle vasche della diossina, ora passa anche alle accuse politiche puntando il dito contro il suo predecessore Paolo Butti, ai tempi eletto quale leader del centrosinistra.
“Preso atto dell’impossibilità di risolvere la questione a causa del mancato sostegno delle forze politiche alleate (Forza Italia e Fratelli d’Italia – spiega la lista Allievi con un comunicato – il sindaco ha deciso di fare un passo a lato, dimettendosi, per permettere ad altre istituzioni di analizzare la questione e restituire informazioni certe alla cittadinanza di Seveso”.
In attesa di risposte chiare e doverose, Allievi non nasconde i suoi dubbi recapitando alla stampa alcuni documenti che arrivano dal Protocollo del Comune.
Il primo consiste in una lettera firmata da Massimiliano Fratter, direttore del Bosco delle Querce, scritta il 22 gennaio 2015 all’indirizzo della direzione generale Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia. “Il Comitato tecnico scientifico del Bosco delle Querce – scrive Fratter – ha stabilito la necessità di effettuare un monitoraggio delle vasche di Seveso e Meda che contengono materiale contaminato da Tcdd. La proposta è quella di affidare a un tecnico specializzato un incarico per effettuare una sorta di verifica dello stato attuale delle vasche e, soprattutto, degli impianti tecnologici collegati. Al fine di valutare sia l’effettiva necessità di attuare l’azione di monitoraggio, sia quali aspetti prioritari della situazione delle vasche da approfondire, le chiedo la cortesia di farmi avere tutto il materiale a vostra disposizione sulle vasche stesse, preso atto che alla direzione del parco non è presente alcuna documentazione progettuale specifica. Sempre nell’ottica esplicitata in precedenza, le chiedo inoltre di farmi avere eventuali studi particolari sullo stato di conservazione delle vasche effettuati da Autostrada Pedemontana Lombarda”.
Lettera caduta nel vuoto, tanto da richiedere un sollecito un anno e mezzo più tardi, il 14 luglio 2016, ancora a firma dello stesso Fratter. La risposta, questa volta, arriva in un paio di settimane, ma non è di quelle che soddisfa: “L’archivio storico dell’evento Icmesa – scrive la Regione Lombardia – è ubicato in Comune di Vittuone e l’accesso agli atti è condizionato alla richiesta formale dei documenti. E’ pertanto necessario che codesto ufficio consulti il velinario dell’archivio storico, depositato presso l’ufficio Riordino archivi della Direzione Centrale Presidenza, ai fini della richiesta della documentazione ritenuta necessaria per il vostro monitoraggio”.
“In questo contesto – spiegano Allievi e la sua lista – pare sospetto il comportamento degli esponenti locali del Partito Democratico che, per un intero mandato (2013-2018) hanno governato la città. L’ex sindaco Paolo Butti si è affrettato a difendere le modalità con cui ha gestito le vasche della diossina, omettendo di dire che era stata chiesta la documentazione progettuale delle stesso, preso atto che presso la direzione del parco non era disponibile”.
Dalla lista di sostegno dell’ex sindaco un quesito: “Butti sta facendo di tutto per evitare di parlare delle vasche. Nel marzo 2018 ha deciso di raddoppiare la ferrovia in centro città e di chiudere i passaggi a livello senza alternative viabilistiche. Ora chiede un Consiglio comunale non per discutere di inquinamento ambientale, ma di treni. Perché?”.