MONZA – Il 15 febbraio i lavoratori dei servizi di igiene urbana del comune di Monza, dipendenti dell’azienda Sangalli, si sono fermati in sciopero per un’intera giornata, con un’adesione molto elevata. “Lo sciopero – spiegano i sindacati – era dovuto al fatto che l’azienda e i funzionari di alcune organizzazioni sindacali, senza il mandato della maggioranza dei lavoratori e in un incontro segreto e senza la presenza dei delegati sindacali, avevano firmato un accordo per dimezzare il premio aziendale di fine anno. A seguito dello sciopero anche il sindaco di Monza ha scritto una lettera, per chiedere di riaprire una trattativa di confronto con tutti i sindacati. L’azienda sta già smentendo se stessa. Davanti al Prefetto aveva affermato che entro marzo avrebbe riaperto la trattativa per il rinnovo del premio
di risultato, convocando anche la Flaica – CUB”.
Della trattativa neppure l’ombra. “Alle nostre Pec – spiegano i sindacati – non arrivano più risposte; ma nonostante ciò iniziano, in sordina, gli incontri semi-segreti con i funzionari territoriali dei sindacati che hanno firmato la riduzione del premio. Qualcuno ha anche tolto le bandiere sindacali che sventolavano fuori dal cantiere per segnalare lo stato d’agitazione dei lavoratori. Non è così che si costruiscono relazioni industriali serie e rispettose. Il sindacato ha il compito di rappresentare le richieste dei lavoratori e non di agire senza neanche sentire il loro parere. L’azienda Sangalli, inoltre, è una azienda che produce profitti, e quindi è ancor più ingiustificato che vada a risparmiare tagliando parte del salario di lavoratori che sono stati in prima linea durante la pandemia Covid, con tutte le incertezze e le preoccupazioni della prima ondata, garantendo una attività essenziale senza aver mai fatto mancare neanche un’ora di servizio alla cittadinanza”.
“La nostra lotta continua – concludono i sindacati -. Il 22 e il 23 marzo, per le intere giornate, saremo ancora in sciopero, per rivendicare il diritto ad una trattativa vera, ad un premio di risultato dignitoso e che gli accordi vengano democraticamente sottoposti all’approvazione dei lavoratori”.