SEREGNO – “Dopo la sentenza di oggi la presidente di Aeb, Loredana Bracchitta, dovrebbe rassegnare le dimissioni. Con lei anche Giuseppe Borgonovo, assessore alle Partecipate. Il sindaco, con buonsenso, dovrebbe fare altrettanto”. Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega, è un fiume in piena dopo la sentenza del Tar. “Noi – afferma Trezzi – abbiamo sollevato le stesse perplessità fin dall’inizio. Eravamo favorevoli all’idea di dare un futuro alla nostra azienda, ma le modalità del sindaco ci hanno sempre lasciato perplessi. Per noi la delibera era illegittima. Ora credo che ci sia un danno economico. Spero che a pagare non siano i cittadini, bensì chi l’ha votata”.
Un po’ più cauta Ilaria Anna Cerqua (Forza Italia): “Prima di tirare le conclusioni aspettiamo il Consiglio di Stato. Di certo se l’amministrazione comunale avesse adottato una procedura più lineare, come avevamo sempre suggerito, non ci troveremmo in questa situazione che, prima di tutto, fa male all’azienda”.
Tra le persone soddisfatte dopo la sentenza del Tar c’è anche il consigliere regionale Marco Fumagalli (Movimento 5 Stelle). Aveva portato la questione anche all’attenzione dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) e dell’Unione Europea. “Pur non essendo stata riconosciuta la mia legittimazione attiva – afferma Fumagalli -, come era prevedibile, anche il collegio giudicante ha riscontrato dei dubbi relativi all’intera operazione”.
Il sindaco Alberto Rossi, invece, incassa il colpo ma non si sbilancia pur promettendo battaglia. “Da una prima lettura – commenta il sindaco -, mi parte di poter notare che da un lato il Tar ha confermato il proprio orientamento iniziale, ma dall’altro lo ha mitigato dicendo che la nostra delibera del Consiglio Comunale è annullata “nei limiti dell’interesse del ricorrente”. Frase che necessiterà di una approfondita analisi”.
Più in generale – conclude Rossi -, il Tar ha riconosciuto esplicitamente “la complessità e la novità della questione trattata”, cosa che sposta in maniera significativa il baricentro del ragionamento rispetto dall’ordinanza sospensiva. Ci stiamo tutti misurando su una materia inesplorata, il cui perimetro giuridico è tutto da definire, come dimostrano anche le ordinanze cautelari del Consiglio di Stato che avevano un contenuto ben diverso. Nelle prossime ore con i legali valuteremo la strategia da adottare in Consiglio di Stato”.
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