SEREGNO – Il progetto è decisamente ambizioso e senza precedenti in tutta la provincia di Monza e Brianza. In città, negli spazi dell’istituto “Pozzi” di via Alfieri, sta per aprire la casa della carità. Una realtà fortemente voluta dalla comunità pastorale “San Giovanni Paolo II” per dare risposta in modo efficace e coordinato a tutte le necessità delle persone in situazioni di bisogno. I nomi dei promotori dicono già molto: si tratta dei “big” della solidarietà cittadina: le parrocchie, la scuola di italiano per stranieri, gli artefici del “Piano freddo” per i senza fissa dimora, la Caritas cittadina, la congregazione delle “Figlie della carità”, la San Vincenzo. Con loro anche tante altre realtà che hanno voluto sposare l’idea del progetto garantendo il loro sostegno.
“E’ da un paio di anni che lavoriamo tutti attorno a questo progetto – racconta Luigi Losa, coordinatore del progetto “Piano freddo” al Don Orione -, i tempi si sono allungati a causa dell’emergenza Covid che ha inevitabilmente frenato anche noi. Ora i tempi sono maturi. Le suore hanno messo a disposizione questo spazio in comodato gratuito per nove anni rinnovabili. Nelle intenzioni sarà una grande casa dove troveranno spazio tante attività, in modo coordinato, con un unico scopo: l’attenzione nei confronti della persona e della sua dignità”.
Nello stesso spazio, dopo l’accoglienza, si potrà usufruire di più servizi: dalla distribuzione dei pasti, a quella dei viveri. Ci saranno il Centro di ascolto Caritas, il Centro di Aiuto alla vita. Presente anche la Caritas con l’emporio della solidarietà, anche questo senza alcun precedente nella storia del territorio di Monza e Brianza. E, ancora, un magazzino per i generi alimentari e prodotti di prima necessità, la scuola di italiano per stranieri (che organizza anche corsi di taglio e cucito per le donne), la mensa della solidarietà, il piano di emergenza freddo. Qui sarà garantito anche il servizio docce per le persone senza fissa dimora (ora attivo il sabato negli spazi dell’oratorio San Rocco) con annesso servizio di lavanderia. Tirande le somme, per difetto, la casa sarà “abitata” da non meno di 150 volontari pronti a rimboccarsi le maniche per dare il loro aiuto prezioso.
“Non mancherà neanche la parte sanitaria – aggiunge Losa -. Le suore hanno sempre svolto un servizio di infermeria, ma svilupperemo un ambulatorio di prima necessità. Del resto ci siamo accorti anche con il “Piano freddo” che molte persone potevano avere bisogno di un supporto specialistico. Abbiamo sempre trovato medici disposti a dare una mano gratuitamente”.
La struttura c’è, gli spazi non mancano. Ora, tuttavia, per organizzare al meglio la casa della carità è necessario intervenire con lavori strutturali. La spesa prevista è tra i 150mila e i 200mila euro. Finora si può contare sui soldi raccolti dalle parrocchie durante l’Avvento (16mila euro), sulle donazioni avvenute sul conto corrente della Fondazione della comunità di Monza e Brianza (25mila euro), su offerte raccolte da monsignor Bruno Molinari (20mila euro) e su un contributo della fondazione “Ronzoni Villa” (6mila euro). Pare che ci sia anche un benefattore pronto a mettere mano al portafogli con un assegno importante. In più il sostegno del Comune per l’emporio della solidarietà.
“L’attività – conclude Losa – è in perdita. Qui non avremo entrate, bensì parecchie uscite. Ci sarà sempre bisogno di risorse, ma siamo fiduciosi. Quando eseguiremo i lavori, apriremo anche tre varchi nel muro di cinta. Non solo perché siano funzionali ai servizi offerti, ma anche perché questo diventi un luogo aperto alla città e tutti i seregnesi possano a loro volta sentirsi coinvolti”.