MILANO – Gli avrebbe inviato decine di messaggi via sms, WhatsApp, email, Facebook, Instagram, avrebbe finto di essere lui su una chat di incontri fissando appuntamenti con uno sconosciuto che poi è andato a bussare alla porta della vittima, si sarebbe appostato per monitorare i suoi spostamenti e, infine, avrebbe preso in affitto una casa da cui, con un binocolo, poteva vedere il suo appartamento.
Con l’accusa di atti persecutori aggravati nei confronti dell’ex compagno è finito in carcere a Milano un uomo di 46 anni originario di Taranto a cui, a marzo, era stata già applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento.