SEREGNO – L’aggregazione industriale è stata ormai ufficializzata, con decorrenza da inizio novembre, ma la battaglia è tutt’altro che conclusa: si continua a discutere a Seregno riguardo all’unione tra il Gruppo Aeb e A2A. L’ultimo spunto è offerto dall’atto compiuto dalla Guardia di Finanza che, su incarico della Procura della Repubblica di Monza, si è presentata nella sede di Aeb per acquisire tutta una serie di atti relativi all’operazione.
Dal gruppo Aeb non trapela nulla. Soltanto la conferma dell’intervento delle Fiamme Gialle, alle quali è stato fornito tutto il materiale richiesto, garantendo la più ampia collaborazione per l’espletamento delle indagini.
Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che da tempo si sta battendo a 360 gradi contro quella che considera una svendita di un patrimonio dei brianzoli, una volta appreso dell’iniziativa della Guardia di Finanza manifesta tutti i suoi dubbi: “La notizia che ci sia anche una indagine penale in corso conferma che qualcosa di poco chiaro è accaduto nell’ambito di questa operazione del valore di 450 milioni di euro”.
Fumagalli aveva già cercato di impegnarsi in prima persona nel ricorso al Tar Lombardia contro l’aggregazione industriale. Il giudice lo aveva escluso per difetto di legittimazione.
L’esponente pentastellato, però, non si era arreso facilmente. Tutt’altro. In prima battuta aveva sollecitato una presa di posizione dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) chiedendo di intervenire nel merito dell’operazione. Questa, tuttavia, aveva ravvisato che non si vanno ad alterare gli equilibri del mercato.
Allo stesso tempo si era rivolto all’eurodeputata Eleonora Evi (anche lei del Movimento 5 Stelle) che aveva sottoposto la questione alla Commissione Europea. Secondo la risposta potrebbero esserci interferenze col diritto comunitario nell’iniziativa del Consiglio di Stato che aveva rimosso la sospensiva decisa dal Tar, dando di fatto il via libera all’operazione.
“Il mio legale – racconta Fumagalli – nell’udienza del Tar del 2 dicembre ha posto all’attenzione del collegio la possibilità di presentare questione incidentale presso la Corte di Giustizia della UE circa la carenza di legittimazione di cui all’ordinanza del Consiglio di Stato. Pochi giorni prima il Consiglio regionale ha approvato un mio emendamento con il quale si richiede di riconoscere legittimazione attiva nei processi amministrativi con le medesime modalità presenti per i giudizi di fronte alla Corte di Giustizia. Mi auguro che tale iniziativa possa contribuire a fare chiarezza sul tema riconoscendo almeno ai consiglieri comunali la legittimazione ad agire e che la la Corte di Giustizia della UE se investita dal Tar della questione ponga le basi per una legittimazione ampia dei consiglieri. La trasparenza e la partecipazione sono diritti che chiunque deve essere titolato a tutelare. Ed è il motivo per cui mi sono opposto all’operazione tra A2A e Aeb”.