SEREGNO – Un’ora abbondante di balle. E poi giorni di rabbia: i residenti di via Victor Hugo davvero non hanno digerito le frasi che hanno udito nell’ultima seduta di Consiglio comunale. Versione a distanza, ma loro si sono messi pazientemente al computer per arrivare fino alla discussione dell’interpellanza che riguardava le case comunali in cui sono ospitati. L’ha presentata Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega, loro sono rimasti feriti dalle risposte ricevute.
La rabbia, beninteso, se la stanno trascinando da anni. Da undici anni, ovvero da quando hanno iniziato a denunciare il susseguirsi di problemi, soprattutto infiltrazioni e umidità, che caratterizzavano quei nuovi insediamenti nel quartiere Consonno. A puntare il dito contro il sindaco Alberto Rossi e l’intera squadra di governo sono in particolare le famiglie che, già un anno fa, avevano promosso una causa nei confronti del Comune per vedere soddisfatte le loro aspettative.
“Sapete cosa fa più male – afferma Teresio Casati, uno dei residenti che avverte i maggiori disagi – in tutta questa situazione? Le parole dell’assessore alle Politiche sociali, Laura Capelli, pronunciate nel corso della seduta consiliare. Ha avuto il coraggio di dire che noi abbiamo rifiutato l’intervento del Comune per rimuovere il degrado e riportare un po’ di vivibilità in questo immobile. Oltre al danno, insomma, subiamo anche la beffa. Noi in realtà, visto che eravamo in causa con il Comune, tramite il nostro avvocato abbiamo chiesto di spostare l’inizio dei lavori per consentire il sopralluogo da parte del consulente nominato dal tribunale. Se veniva qui e trovava tutto imbiancato, cosa documentava? Ci pareva corretto avere una situazione “certificata” da un perito esterno prima di sistemare tutto. Macché. Siamo ancora qui ad attendere il Comune”.
Pacata nei toni, ma fortemente delusa, anche Roberta Pavanello. Anche lei parte di quelle quattro famiglie che si sono rivolte al tribunale. “Durante la seduta di Consiglio comunale – spiega l’inquilina – l’assessore ha perfino detto che abbiamo rifiutato altre sistemazioni. Ne è proprio sicura? A me risulta che il Comune ci aveva promesso un altro appartamento entro il 30 giugno. Forse devo ricordare al sindaco e al suo assessore che si trattava di quello del 2020. Io avevo anche accettato, del resto non è nemmeno lontano da qui… però non ho mai visto eseguire i lavori in quell’edificio e, ancora meno, sono stata contattata dal Comune per dare seguito a questa proposta”.
I residenti, intanto, continuano a vivere tra muffe e degrado. “Imbiancare non serve – spiegano – perché nel giro di poco tempo il lavoro sarebbe vanificato. Finora la cosa più utile è stata quella di chiamare “Le Iene” per trasmettere un servizio, anche se questo ha dato molto fastidio al Comune. Ma se non ci sentiamo ascoltati, è giusto provare a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione”.
Nel frattempo, chiusa una causa, i residenti si fanno avanti con la seconda: “Al Comune chiediamo i danni per tutto quello che abbiamo subìto e stiamo subendo. Prima pensavamo di essere stati dimenticati, ora abbiamo proprio la certezza di essere presi in giro”.
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