LODI – La sezione antidroga della Squadra Mobile della Questura di Lodi ha intensificato l’azione di controllo del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti soprattutto del tipo marijuana, particolarmente diffusa tra i giovani del capoluogo. Durante un servizio di prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti nella giornata di giovedì 5 novembre gli agenti, nel transitare in via Benedetto Croce, hanno percepito chiaramente un forte odore di marijuana nell’aria.
L’attenzione si è concentrata su un box, dov’erano presenti quattro persone di origine rumena (padre, madre figlio ed amico convivente), tutti disoccupati e con precedenti per reati contro il patrimonio. L’immediato controllo ha permesso di verificare che i quattro stavano mondando numerosi rami di marijuana messi ad essiccare su tre stendibiancheria. Buona parte della sostanza era già stata ripulita e conservata in alcune cassette poste sul pavimento del box. In totale la marijuana rinvenuta all’interno del box pesava più di 5 chili.
La perquisizione è stata estesa all’abitazione del nucleo familiare all’interno della quale sono stati trovati ulteriori due vasi in vetro con chiusura ermetica contenenti marijuana per un peso rispettivamente di 82 grammi e 113 grammi. E’ stato trovato anche un foglio manoscritto riportante la procedura, con suddivisone delle percentuali di impiego, per confezionare la marijuana in panetti utilizzando dell’olio.
Nel proseguo degli accertamenti, la perquisizione è stata estesa ad un capannone abbandonato sito lungo la SS235 nel comune di Crespiatica dove è stata scoperta la presenza di altra marijuana per un peso di 1,5 chili ed un essiccatoio creato in modo artigianale utilizzando due bidoni ed una rete metallica.
La sostanza sequestrata, pari a 7,1 chilogrammi, se immessa nel mercato avrebbe potuto fruttare una somma variabile tra i 50 mila ed i 70 mila euro.
I quattro stranieri sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo aver trascorso una notte in carcere, a seguito di giudizio per direttissima, sono stati sottoposti dal giudice agli arresti domiciliari.