MILANO – “Ancora una volta la Lombardia si è fatta trovare impreparata di fronte all’emergenza. Fin dalla fase iniziale della pandemia ho evidenziato la necessità che le carenze della medicina territoriale venissero colmate con la trasformazione della Usca da strumenti di emergenza a modalità normale di svolgimento delle cure primarie sui territori”. Così Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia.
“L’obiettivo – aggiunge – era quello di trasformare le Usca in Case della Salute per la prestazione delle cure primarie, come da proposta di legge che a breve provvederò a formalizzare. Ovviamente la proposta, ripetuta nel tempo è sempre stata respinta e ora ci troviamo con meno Usca del dovuto. E le motivazioni sono esclusivamente politiche. Infatti le risorse per assumere i medici ci sono ma la Regione lamenta la scarsità di medici”.
“Sappiamo con certezza – conclude il consigliere pentastellato – che nelle strutture provate tanti medici sono assunti con contratto di collaborazione. Perché questi giovani precari non vengono inseriti nel sistema sanitario pubblico a partire dalle Usca? Perché la Regione non vuole spiazzare gli amici imprenditori privati che sono fonte di consenso elettorale. Non si tratta di requisire le strutture sanitarie private ma semplicemente di offrire a tanti giovani medici la possibilità di operare nel servizio pubblico per la cura dei pazienti e non del profitto di qualche imprenditore. E questa è esclusivamente politica: tra chi ha come primo obiettivo la cura e chi il profitto”.