MONZA – Nei giorni scorsi la Filcams Cgil unitamente ai rappresentanti dei lavoratori dell’azienda Cultura Domani, concessionario che ha in gestione dal Consorzio della Villa Reale le attività del corpo centrale della Villa Reale di Monza ha richiesto di poter brevemente intervenire ai lavori del Consiglio comunale di Monza. “La richiesta di intervento diretto – spiega il sindacato – è stata da noi avanzata anche in conseguenza di un impegno di coinvolgimento dei Rappresentanti dei lavoratori ai lavori del Consiglio comunale convocato ad hoc nella serata di lunedì 26, che il sindaco Dario Allevi aveva assunto direttamente durante un incontro svoltosi il giorno 8 settembre, per dare spazio alle richieste dei lavoratori che dal mese di marzo sono in cassa integrazione a zero ore, senza alcuna anticipazione economica da parte dell’azienda. Il Presidente del Consiglio comunale ci ha risposto, dopo un nostro sollecito, dichiarando l’impossibilità della nostra partecipazione ai lavori, impegnandosi a promuovere un incontro anche con i consiglieri comunali per dare voce alle richieste dei lavoratori a salvaguardia dell’occupazione”.
“Nonostante il disappunto perché non ci è stato consentito di far sentire ai consiglieri e al Consorzio la voce dei lavoratori che da mesi sono vittime di questa situazione – aggiungono dal sindacato -, abbiamo seguito comunque con molta attenzione tutti i lavori della seduta e abbiamo preso atto positivamente della convergenza di tutti gli interventi nel definire come massima priorità la riapertura in tempi stretti del principale bene culturale della città di Monza. Sollecitiamo una convocazione con la massima celerità con la richiesta che l’istituzione e il Consorzio creino concretamente le condizioni per la riapertura della Villa e per far riprendere al più presto l’attività lavorativa, anche con una gestione diretta dei lavoratori, attualmente impiegati presso Cultura Domani, che in questi anni hanno con il loro lavoro garantito la fruibilità di questo bene culturale di rilevanza internazionale. E’ inaccettabile che il bene continui ad essere chiuso al pubblico per decisione di un privato e che I lavoratori continuino ad essere danneggiati economicamente insieme ai cittadini”.