SEREGNO – Un nuovo intervento alle famiglie del territorio che si trovano in una situazione di forte disagio economico: l’amministrazione comunale, considerata la situazione di crisi e i tempi dell’emergenza che si stanno dilatando sempre di più per quanto riguarda l’aspetto sociale ed economico, ha deciso di sostenere ancora una volta i nuclei familiari. L’attenzione nei confronti del sociale continua a essere elevata in questo momento particolare.
“L’emergenza sanitaria – spiega Laura Capelli, assessore alle Politiche sociali – ha fatto emergere nuove forme di povertà, coinvolgendo anche famiglie che mai si erano trovate nella necessità di ricorrere all’aiuto del servizio sociale. Questo bando è finalizzato ad andare incontro a questi nuovi bisogni, privilegiando percorsi che tengano conto delle situazioni individuali”.
Per il Comune si tratta di un “bando aperto”. Definizione un po’ inconsueta, che ma vuole riassumere l’esigenza di raggiungere in modo mirato il maggior numero di persone possibili. Del resto, già in occasione della distribuzione del cosiddetto “Buono spesa”, l’amministrazione comunale aveva dovuto prendere atto dell’esistenza di ben 870 persone in difficoltà nella ricca Seregno. Dato impressionante non solo per la sua dimensione, ma soprattutto per il fatto che si trattava per la gran parte di persone che mai si erano rivolte agli uffici. Non avevano mai avuto questa necessità. L’emergenza Covid, però, anche a Seregno ha fatto emergere in modo drammatico nuove povertà.
Con questo bando si vuole andare incontro sia alle casistiche più note (perdita del posto di lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, ammortizzatori sociali, mancato rinnovo dei contratti a termine, cessazione di attività libero professionali, malattia grave o decesso di un componente portatore di reddito del nucleo familiare), sia alle situazioni più particolari e specifiche causate dal problema Covid.
Nella sua flessibilità il bando fissa comunque alcuni paletti. Innanzitutto i destinatari del contributo devono avere un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore a 30mila euro. Ogni famiglia potrà ricevere fino a un massimo di 2.400 euro da utilizzare per necessità che sono già state individuate dal Comune e che rientrano tra le primarie necessità: acquisto di generi alimentari, al pagamento di utenze, a spese per l’affitto o il mutuo di casa, a spese scolastiche o per l’accudimento dei figli. Niente spazio per i furbetti, insomma, per concedersi lo sfizio. Solo spese rigorosamente documentate per contrastare le forme di povertà. Tutti i nuclei familiari interessati devono presentare la domanda entro il termine del 15 novembre.