SEREGNO – La parola fine sull’operazione tra il gruppo seregnese Aeb e A2A non è ancora scritta. Non solo per le polemiche, che si trascineranno di sicuro per anni, ma soprattutto perché è stato richiesto l’intervento del tribunale per tutte le verifiche del caso. L’iniziativa è del brianzolo Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che ha deciso di presentare un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale).
“Non è tollerabile – spiega Fumagalli – che un’operazione di così grande importanza sia stata effettuata senza gara pubblica e che la svendita di Aeb sia stata effettuata con una stretta di mano come si si trattasse della vendita di una bicicletta usata. Non sono mai stati forniti documenti ai consiglieri comunali e in un’analoga vicenda di Vicenza e Verona è addirittura intervenuta la Procura della Repubblica. Tra l’altro sulla vicenda veneta i dubbi della Procura erano i medesimi che Hera (la multiutility emiliana) fece emergere a fine di gennaio di quest’anno. Mi pare veramente incredibile che mentre negli altri territori è tutto un emergere di dubbi, qui da noi l’intesa è passata nei consigli comunali come si trattasse della fornitura della cancelleria. Possibile che in Brianza non c’è mai nessuno a porsi delle domande sulla legittimità degli atti? Che ci passano sopra le nostre teste decisioni prese senza nulla dire?”.
Lui, di fronte all’operazione, ha sempre ribadito a gran voce il suo no. Ancora prima di osservare gli atti ha dichiarato pubblicamente che l’operazione era da giudicare politicamente inopportuna, sia perché portava alla fine dell’ultima municipalizzata (anche se di fatto ormai non era più tale) della Brianza. Sia perché l’operazione avrebbe portato il nostro territorio ad accettare le decisioni imposte da altri. E a sostegno delle sue tesi aveva sempre ricordato che procedere alle aggregazioni non significa necessariamente portare benefici e maggiore efficienza.
“Quello che in oltre cento anni hanno creato i brianzoli – conferma il consigliere regionale – deve restare ai brianzoli specie in un momento in cui occorre riflettere sul nostro modello di sviluppo alla luce dell’emergenza Coronavirus. Mi chiedo perché bisogna svendere i nostri gioielli in un momento di grande incertezza. Abbiamo pagato duramente una riforma sanitaria che si è inchinata di fronte ai grandi ospedali privati. Non lasciamo la Brianza asservita ancora agli interessi milanesi e dei grandi gruppi di quotati in Borsa, ma riprendiamoci il nostro territorio”.
Ora Fumagalli si augura che il Tar possa intervenire in tempi brevi: “Almeno per quanto riguarda la richiesta cautelare – aggiunge – sospendendo ogni attività in attesa della decisione definitiva. Sono fiducioso che si possa avere soddisfazione delle proprie ragioni”.
Nelle scorse settimane il consigliere regionale pentastellato si era rivolto anche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per sottoporre tutte le sue perplessità, procedurali e di merito, relative all’operazione tra le due società. Analoga iniziativa era stata intrapresa dal consigliere comunale Tiziano Mariani (capogruppo della lista civica “Noi x Seregno”) che aveva presentato un suo esposto. Entrambi dello stesso parere: l’operazione Aeb-A2A è stata un po’ troppo frettolosa.