MILANO – “Sono stato minacciato, poi aggredito. Erano in quattro, ho accoltellato io il ragazzo ma l’ho fatto per difendermi”. Così il ventunenne indagato per tentato omicidio, figlio del capo degli ultras dell’Intern, ha raccontato al giudice per le indagini preliminari.
Il giovane, assistito dall’avvocato Mirko Perlino, ha deciso di rendere solo dichiarazioni spontanee riguardo a quanto è accaduto a Milano nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 giugno, quando nella zona della movida è stato accoltellato un ragazzo di 24 anni trasportato poi all’ospedale Niguarda.
“Sono stato io – ha ammesso il giovane – i quattro avevano minacciato di uccidermi”. Davanti al gip ha spiegato che il coltello a serramanico trovato dalle forze dell’ordine nella sua abitazione non è quello utilizzato quella notte. Ne avrebbe usato uno più piccolo.
Il Pm ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia in carcere per tentato omicidio, mentre la difesa ha chiesto che venga liberato o in subordine i domiciliari.