MILANO – “Il Trasporto pubblico locale ha bisogno della ciclabilità come la ciclabilità ha bisogno del Trasporto pubblico locale, soprattutto in una fase delicata come questa. Trenord deve chiarire se è dalla parte dei suoi utenti o vuole invece accreditare un’immagine esclusiva, se non discriminatoria; sicuramente poco sostenibile”. Così Federico Del Prete, presidente di Legambici Aps, che aggiunge una sottolineatura: “Vietare il trasporto delle biciclette sul treno è un provvedimento che colpisce gruppi etnici e fasce sociali deboli, come i fattorini della gig economy e i pendolari che usano ogni giorno il treno per andare a lavorare. Proibire le biciclette sui treni è come guardare il mondo da un cannocchiale alla rovescia”.
Fa discutere la decisione di Trenord assunta nei giorni scorsi. Stop alle biciclette sui treni fino a data imprecisata. Un provvedimento che l’azienda ha motivato con una presenza ormai eccessiva dei “riders” che, di fatto, rendono ingestibile la situazione oltre che pericoloso il trasporto venendo meno le condizioni del distanziamento interpersonale.
“Trenord – affermano da Legambiente – ha emanato il provvedimento con effetto dal 3 giugno, Giornata Mondiale della Bicicletta, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite. L’azienda ha motivato la sua decisione con la necessità di distanziamento fisico, ma è difficile immaginare come togliere biciclette possa favorire il distanziamento, anziché impedirlo. A fronte di un crollo della domanda di Trasporto pubblico locale, avvenuto per ovvi motivi di promiscuità, un provvedimento utile sarebbe stato piuttosto quello di incoraggiare ulteriormente il trasporto delle biciclette, magari togliendo ove possibile le sedute inutilizzate, per offrire una maggiore capienza. Il provvedimento toglie inoltre efficacia agli effetti del Bonus Bici disposto dal Governo, sprecando così ulteriori risorse”.
Legambiente Lombardia chiede quindi a Trenord l’immediata revoca di un provvedimento “gravemente discriminatorio, oltre che inspiegabilmente senza data di termine. La promozione della multimodalità e l’inclusività dei trasporti sono punti cruciali per non rischiare un blocco logistico in Lombardia, soprattutto nella delicata Fase3”.