SEREGNO – Ripensare l’intero modello della sanità lombarda, con una sottolineatura: l’ospedale “Trabattoni Ronzoni” è una risorsa da mettere al centro del futuro progetto di assistenza. E’ questo il progetto che il sindaco Alberto Rossi ha deciso di inviare alla Regione in un momento in cui, anche alla luce dell’emergenza causata dal Coronavirus, ritiene doveroso riorganizzare la sanità lombarda.
“Nell’emergenza – spiega Rossi – abbiamo subito costi umani ed economici incalcolabili. Noi due anni fa, fin dall’inizio del nostro mandato, in vari documenti e incontri con i vertici tecnici e politici, insieme ad altri sindaci abbiamo chiesto un cambio di passo riguardo alle scelte sanitarie e sociosanitarie, anche nella prospettiva di una riforma del settore. Come sindaci, abbiamo sempre denunciato con preoccupazione il progressivo depotenziamento della sanità pubblica. Gli esiti di queste scelte li abbiamo visti nella sua drammaticità durante la pandemia: è mancato totalmente il presidio sanitario sul territorio, sia in termini di prevenzione che di cura. Gli ospedali sono stati sottoposti ad uno stress inimmaginabile”.
Ora Rossi invita a ripartire: “Prendiamo atto tutti insieme di ciò che è successo, altrimenti la pandemia passerà senza averci insegnato nulla. Cerchiamo di agire in fretta, perché non sappiamo se e quando arriverà una seconda ondata”.
La ricetta di Seregno è articolata in sei punti. I primi generici: “Prevedere strategie condivise e protocolli comuni tra i medici di base ed i presidi ospedalieri: il coordinamento delle strategie condivise deve essere affidato alle Ats, che devono farsene carico in maniera forte”. O, ancora: “Progettare una diversa allocazione delle risorse affinché vengano rilanciati i servizi territoriali”.
Gli altri punti, invece, proprio per dare sostegno al territorio, prevedono il rilancio dell’ospedale cittadino: “La specificità dei presidi ospedalieri territoriali – spiega il sindaco – è un elemento da valorizzare: Seregno centro per la riabilitazione neurologica, cardiologica e pneumologia, Giussano per la cura delle malattie croniche e Desio come polo acuti da rilanciare dopo il depauperamento degli ultimi anni. Sviluppare la specificità significa investire reclutando personale e acquistando attrezzature, attività che da qualche anno sono state trascurate”.
I soldi negli anni sono arrivati. “I 2,5 milioni dello scorso anno – commenta Rossi – però non sembrano essere stati sufficienti per far compiere quel salto di qualità che la struttura merita”.
Secondo il sindaco la mossa vincente è quella di utilizzare l’ospedale di Seregno per due attività ben precise. Una è quella di accogliere gli ambulatori dei medici di base nella palazzina interna oggi inutilizzata: “Si creerebbe un presidio di continuità assistenziale che si relazione con l’ambito ospedaliero per perseguire strategie comuni. Un contesto ideale per sperimentare la formula del Presst (Presidio socio sanitario territoriale) con medici specialistici e, insieme, con l’infermiere di famiglia: il tutto garantisce anche la componente sociale dell’intervento sociosanitario”. E poi, in ottica Covid, inserire nell’ospedale “Trabattoni Ronzoni” strutture per test sierologici e tamponi: garantiscono tempi ridotti, maggiore presidio e controlli più tempestivi per prevenire una nuova emergenza.