ROMA – Dovrebbero essere un supporto per tutti, al momento sono un ottimo motivo per litigare, senza distinzione tra maggioranza e minoranza. L’idea delle Guardie civiche, o assistenti civici a secondo della dizione che uno preferisce, dividono l’Italia. Grande promotore è Francesco Boccia, ministro agli Affari regionali, che proprio ai governatori alla fine del mese di aprile aveva avanzato questa proposta: 60 mila persone da “arruolare” per aiutare le realtà locali in difficoltà nel fare rispettare tutta la normativa sul contenimento del coronavirus, dal distanziamento interpersonale, all’utilizzo delle mascherine. E, come si direbbe oggi visto il tema di stretta attualità, persone pronte a intervenire per evitare il rischio movida.
Un’idea, però, sconosciuta al Ministero dell’Interno, che ha fatto sapere di non essere stato informato preventivamente, soprattutto per quanto riguarda i controlli anti assembramento. Un’uscita che obbliga il premier Giuseppe Conte a convocare d’urgenza un incontro con i ministri Boccia (Affari regionali), Lamorgese (Interno) e Catalfo (Lavoro) per venirne a capo.
“I Ministri interessati al progetto proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa – dicono al termine fonti di Palazzo Chigi -, che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato”. Ma i volontari “non saranno “incaricati di pubblico servizio” e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”.
“Chi pensa alle ronde o a giustizieri improvvisati – afferma Antonio Decaro, presidente di Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) non conosce le cose bellissime che i volontari hanno fatto in questi mesi. E comunque noi sindaci siamo in prima linea da tre mesi, ce la mettiamo tutta, siamo stremati dalla gestione dell’emergenza e non vorremmo ora combattere le insidie della polemica politica. Ci piacerebbero meno dibattiti e più aiuti concreti. Non possiamo essere lasciati ancora una volta da soli”.
Tra i governatori, però, non tutti sono d’accordo. “La scelta di ricorrere alle Guardie civiche o assistenti civici – afferma Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto – è una sconfitta dal punto di vista sociale. Se è necessario avere uomini a disposizione per garantire il distanziamento negli spazi pubblici, significa che c’è un grosso problema culturale. Non abbiamo a che fare con dei delinquenti, ma con dei ragazzi che sono per bene. Bisogna avere fiducia nei ragazzi, far capire loro che se vogliono veramente ribellarsi ai controlli, indossino la mascherina per protesta. Sono sempre concorde con chi si mette a disposizione della società, però ribadisco che è una sconfitta chiedere a qualcuno che faccia l’educatore”.