SEREGNO – Il matrimonio non c’è stato e, ormai, tutto lascia presupporre che si celebrerà mai. È polemica tra il Gruppo Aeb e la Assp, società quasi interamente detenuta dal Comune di Cesano Maderno. Parole di fuoco che lasciano immaginare come l’accordo, destinato a dare vita a una nuova realtà dal fatturato annuo stimato in venti milioni di euro, dovuto soprattutto al settore delle farmacie, illuminazione votiva e pubbliche affissioni, non si farà.
“Assp – afferma Loredana Bracchitta, presidente del Gruppo Aeb – non ha accettato la nostra proposta, proponendo invece un percorso irricevibile, in quanto tecnicamente sbagliato e illegittimo per gli organi sociali di Aeb e per la società, lasciandoci, dopo le nostre obiezioni, in attesa di un riscontro. Questo, purtroppo, lo abbiamo appreso soltanto dai giornali e, indirettamente, dalla lettura della comunicazione che Assp ha inviato ai suoi soci prima dell’assemblea.
A creare divisioni, a quanto pare, il recentissimo accordo tra Aeb e la società A2A. La presidente Bracchitta, tuttavia, sottolinea che si tratta di convinzioni sbagliate: “Negli accordi con A2A era già previsto l’impegno di lasciare unicamente ai Comuni soci qualsiasi decisione sul ramo farmacie. Nonostante Assp non abbia mai proposto alcuna iniziativa concreta, noi abbiamo proposto l’incarico a un advisor finanziario per la valutazione dell’asset farmacie delle due società per concludere l’operazione in tempi brevi. Purtroppo l’incarico, già sottoscritto, è stato revocato da Assp”.
La presidente del gruppo Aeb accusa la società cesanese di non avere mai proposto alcun tipo di soluzione: “Ci siamo fatti carico noi di trovare la soluzione giuridica, proponendo una scissione non proporzionale a favore dei soci pubblici, che avrebbe escluso A2A”.
Su un punto la presidente di Aeb insiste particolarmente: “A fronte dell’intesa politica dei comuni di Seregno e Cesano Maderno, avvenuta nel corso dell’incontro del 30 aprile alla presenza dei vertici delle due società , e a fronte della reiterata e ossessiva richiesta di ulteriori garanzie da parte Assp che stavolta sostanzialmente imponeva “ l’esercizio del recesso” come unica garanzia al buon esito dell’operazione, in pochissimo tempo abbiamo confezionato l’unica soluzione giuridicamente possibile che mettesse in sicurezza “le ansie” dell’azienda cesanese e dall’altra seguisse, come si è sempre fatto, un percorso aderente alla norme e di piena legittimità dell’operato di Aeb. La proposta prevedeva, a fronte dell’impegno di concludere la scissione delle farmacie a favore di Assp entro la fine dell’anno, l’obbligo, qualora l’operazione non si fosse perfezionata entro i tempi previsti, di convocare l’assemblea dei soci per l’acquisto di azioni proprie e l’impegno “assunto sin da subito” dei due soci di maggioranza, Seregno e A2A, di votare positivamente l’acquisto da parte di Aeb delle azioni di Assp. Purtroppo non ci è stato comunicato nulla. Nulla di nulla”.
Difficile, a queste condizioni, che si possa riallacciare un rapporto per cercare di rimettere in piedi un’operazione dove, prima di tutto, manca forse la fiducia. Niente società leader nel settore delle farmacie, visto che le due aziende insieme ne avrebbero gestite tredici a livello brianzolo. Rimarranno in concorrenza una contro l’altra. Nemiche più di prima.