LENTATE SUL SEVESO – Di fronte alla situazione di emergenza non si è perso d’animo. Davide Barzaghi, titolare della D3CO, ha interrotto l’attività di tappezzeria per iniziare a produrre mascherine. Con tanto di certificazione del Politecnico di Milano. Con un occhio al portafogli e uno alla solidarietà: per ogni confezione da venduta da cinque pezzi, la scelta è stata quella di donare una mascherina alla comunità cittadina.
“Quando è iniziata l’emergenza Covid-19 – spiega Barzaghi – subito dopo una settimana sono uscite le linee guida dalla Regione Lombardia in collaborazione con il Politecnico di Milano per la produzione di mascherine chirurgiche rispondenti ai criteri stabiliti dallo stesso Politecnico. L’ iter prevedeva l’invio di campioni di materiali da far testare al Poli, e poi ricevere il via libera dall’università dopo i test di rito. Successivamente a ciò era necessario mandare una mail all’Istituto superiore di Sanità per ricevere il via libera e produrre mascherine chirurgiche certificate in deroga. Il problema principale era la scarsità di materiale. Il Politecnico testava positivamente solo dei particolari tipi TNT (tessuto non tessuto) e credo a causa di un sovraffollamento di campionature non testava alternative. Risultato è che noi abbiamo ottenuto il benestare del Poli sul TNT ed in più abbiamo mandato altri campioni che prevedevano anche la configurazione che utilizziamo nelle nostre mascherine naturali, che però non sono state prese in considerazione. Siamo invece ancora in attesa di una risposta dall’Istituto Superiore di Sanità”.
L’azienda, vista la situazione di necessità, ha sviluppato il progetto di una mascherina completamente naturale e biodegradabile in cotone con filtro in cotone pressato. “L’abbiamo chiamata D3COAIR – afferma Barzaghi -. Vogliamo guardare oltre all’emergenza ed evitare di creare rifiuti plastici inutili in quantità industriale perché anche questo è e sarà un problema. Troppo spesso questa società ci ha abituato a sdoganare soluzioni deprecabili e miopi con la scusa dell’ emergenza. La nostra visione del mondo è diversa. Abbiamo telefonato al sindaco di Lentate che si è detta interessata alle mascherine ed una delle prime domande riguardavano proprio lo smaltimento”.
Alla fine il prezzo è stato tenuto minimo: in grado di giustificare l’apertura dell’azienda, pagare la forza lavoro necessaria e i materiali impiegati. “Abbiamo deciso un margine – conclude Barzaghi – che ci permettesse di donare una mascherina ogni 5 vendute al nostro Comune”.