MONZA – Ha cercato di farsi portavoce delle esigenze dei sindaci, in un momento tutt’altro che facile, per chiedere aiuto alla Prefettura e aiuto alle istituzioni superiori nell’emergenza Coronavirus. Luca Santambrogio, Presidente della Provincia di Monza e Brianza, tira le somme dopo un’altra settimana difficile.
Presidente, nei giorni scorsi un nuovo confronto in videoconferenza con i sindaci e con il Prefetto. E’ uscito soddisfatto?
“Molto soddisfatto, sia per i temi affrontati, sia per l’importanza di questo confronto. E non posso che esprimere gratitudine al Prefetto, perché ha stabilito che ci vedremo settimanalmente. Tra l’altro non ha perso tempo: questa settimana è già fissata una nuova riunione”.
E’ un’idea partita da lei quella del confronto o è stata una sollecitazione del Prefetto?
“E’ stata un’esigenza dei sindaci, io ho messo insieme tutte le esigenze. Funziona, anche il metodo delle domande inviate in anticipo. Un grazie anche al direttore generale dell’Ats per la sua disponibilità: del resto la maggior parte dei dubbi dei sindaci riguarda questioni sanitarie. Però questo sistema di videoconferenza funziona bene, anche dal punto di vista tecnico siamo attrezzati. E devo dire che di solito le nostre assemblee non sono così partecipate”.
I sindaci li promuoviamo per il loro atteggiamento nell’emergenza? Sono capaci di lavorare insieme?
“Le differenze di vedute ci sono, ma si sta collaborando molto e con ottimi risultati. Quando viene lanciata una iniziativa, i sindaci si fanno in quattro per portarla avanti. Penso all’allestimento dell’ospedale di Giussano come degenza di sorveglianza, con i lavori che partiranno lunedì anche grazie agli arredi recuperati dai sindaci, oppure alla raccolta delle maschere da snorkeling della Decathlon. In due ore avevano raccolto il doppio del necessario”.
Guardando la Brianza dall’alto, dalla poltrona di presidente della Provincia, qual è la difficoltà maggiore dei sindaci?
“Il problema più evidente è quello della comunicazione. Bisogna trovare il canale giusto per informare, per motivare la popolazione a rispettare i limiti imposti dalle normative. Occorre dire nel modo esatto come sta evolvendo il contagio. La comunicazione ha un ruolo fondamentale. Serve, in positivo, anche per dire quali sono gli strumenti messi in campo per gli over 65 e per le fasce deboli in generale”.
Durante l’incontro con i sindaci è emerso anche un problema di comunicazione con i medici e con l’Ats Brianza per quanto riguarda i dati.
“Io problemi con i medici non li ho. Alcuni si trovano a meraviglia, altri hanno evidenziato questa difficoltà. Varia da Comune a Comune. Forse sono più in difficoltà le grosse realtà. Per quanto riguarda l’Ats, invece, bisogna riconoscere lo sforzo notevole: i dati che ci vengono consegnati hanno subito una evoluzione. Da una semplice lista, ora siamo passati a un elenco con numeri di telefono delle persone coinvolte, date di scadenza della sorveglianza. Abbiamo comunque evidenziato la necessità di avere anche un dettaglio dei decessi e delle persone guarite, anche per una questione di controllo sul territorio o per dare ai nostri cittadini anche le buone notizie. Non si muore soltanto di Coronavirus, ci sono anche le persone guarite. E non sono poche”.
E’ questo il messaggio positivo che vuole lanciare?
“Non solo. Noto con piacere che in questa situazione di emergenza sta tornando il senso di comunità e di appartenenza che si era un po’ perso. Gente che si aiuta, giovani che vanno in soccorso di anziani, persone che si mettono a disposizione. Spero che questa dimostrazione di ricchezza umana lasci una traccia e possa rimanere nel tempo”.
Sulla diffusione del virus, invece, a livello brianzolo possiamo tirare un sospiro di sollievo?
“Io sono sempre cauto. Anche perché vedo che le persone, appena sentono di un piccolo miglioramento, tendono a mollare i freni e a lasciarsi andare con atteggiamenti dannosi. Sono moderatamente ottimista: le cose stanno andando un po’ meglio, ma non dimentichiamoci che nella nostra comunità aumentano le persone contagiate. Ogni giorno in misura minore, ma si tratta pur sempre di incrementi. E per tutti sia da monito quanto sta accadendo in Cina, dove sta ripartendo il virus. Dico a tutti che è meglio qualche giorno in più di blocco e di sacrifici pur di uscirne tutti definitivamente. Non possiamo permetterci di vivere nell’incertezza”.