MONZA – Settimana scorsa, alla Confcommercio di Milano, si è svolto il secondo incontro di esame congiunto relativamente alla procedura di licenziamento collettivo per 41 persone avviata il 13 dicembre 2019 da Adidas Italy che prevede, oltre a riduzioni e esternalizzazioni di varie funzioni azindali, una delocalizzazione delle attività del credito che Adidas vuole trasferire in Portogallo.
Durante l’incontro la delegazione sindacale ha ribadito che la decisione è in netto contrasto con la situazione molto positiva di crescita aziendale a tutti i livelli ed è stato richiesto un cambiamento del piano industriale che preveda il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia. Rispetto alla richiesta di mantenere le attività lavorative in Italia sfruttando la possibilità dei collegamenti tecnologici e delle diffuse sinergie tra i gruppi dei vari paesi l’azienda continua a dichiarare una mancanza di volontà.
“Su questo tema – afferma Matteo Moretti della Filcams Cgil – riteniamo indispensabile ampliare il livello di confronto con i manager e con le Istituzioni a partire dal livello del Consiglio Regionale della Lombardia, Regione dove si concentra il maggior impatto occupazionale (35 persone) e dove è situata la sede italiana. Oggi si rincorrono già i rumori di una prossima ristrutturazione, che l’azienda non ha smentito, che riguarderebbe ulteriormente il Customer Service. Riteniamo non rinviabile un livello di confronto che dia garanzie sull’occupazione e sulle prospettive future. Abbiamo richiesto all’azienda rinnovando la disponibilità a confrontarci esclusivamente sull’ambito della volontarietà di poter conoscere le proposte aziendali di incentivazione economica per consentire ai lavoratori di valutare percorsi di uscita e accompagnamento alla pensione”.
Il sindacato rivela che l’azienda ha dichiarato la disponibilità a riconoscere le medesime proposte di incentivazione della precedente procedura di licenziamento chiusa a gennaio 2019 e di voler predisporre una proposta complessiva per coloro che dovessero mostrarsi disponibili al trasferimento in Portogallo. “Su tale tematica – spiega Moretti – abbiamo dichiarato all’azienda che devono essere mantenute le “bocce ferme” e si devono interrompere le iniziative di trasferimento delle competenze verso il Portogallo. Abbiamo richiesto la possibilità di maggior apertura alle uscite volontarie ampliando il perimetro aziendale senza limitarlo ad una stretta fungibilità con le posizioni individuate in esubero da Adidas. Per evitare l’impatto traumatico sulle persone si dovrebbe prevedere il ricorso a percorsi di training per sostenere il percorso di raggiungimento delle competenze necessarie a ricollocare i profili che potrebbero essere salvaguardati. Su questo aspetto abbiamo chiesto uno sforzo importante all’azienda”.
“Altro tema che abbiamo segnalato – conclude Moretti – è la possibilità del ricorso alla riduzione dell’orario di lavoro sia su base volontaria, sia attraverso il ricorso ad ammortizzatori sociali, per una gestione conservativa dell’occupazione. Il prossimo incontro di confronto è previsto per il 22 gennaio. Il 23 gennaio alle 16.45 Adidas e le rappresentanze sindacali sono state convocate in audizione dalla IV Commissione del Consiglio regionale della Lombardia per discutere della vertenza”.