SEREGNO – Si pensa a chi dare la colpa per la chiusura del distaccamento cittadino della Polizia stradale. In base ai punti di vista è colpa dell’ex ministro Matteo Salvini o dei precedenti governi di centrosinistra. In tutta la vicenda, però, ci sono due certezze: la prima è che gli agenti, malgrado le polemiche, le sciagure annunciate e i decreti, sono ancora lì al loro posto per fare il loro lavoro come sempre. La seconda, invece, è che la sorte della Polstrada a Seregno continua a essere una grande incognita per tutti. Per i semplici cittadini, ma anche per i rappresentanti delle istituzioni a ogni livello.
A rompere il ghiaccio per affrontare il tema con decisione, nell’ultima seduta di Consiglio comunale, ci ha pensato il sindaco Alberto Rossi per fare chiarezza dopo le accuse dei giorni precedenti: “Settimana scorsa – ha affermato il primo cittadino – non è avvenuto nulla di particolare. La situazione di oggi o di ieri, rispetto a dieci giorni fa è assolutamente identica. Le possibilità di continuare a ospitare la Polstrada non sono mutate. E’ arrivata sì una nota ai sindacati, come altre in passato, relativa a un iter che prosegue. Nulla di più. Da più di sei mesi c’è la Questura, la nostra caserma è ancora lì funzionante”.
Rossi ha spiegato che nel frattempo ha avuto un dialogo continuo con il ministero, riconoscendo la disponibilità trovata nel Governo precedente e spiegando che altrettanta ne sta trovando ora. E ha aggiunto che l’unico atto esistente, quel decreto che annuncia la soppressione del distaccamento, è stato firmato il 25 gennaio 2019. “Avevo dichiarato che ero disposto a rinunciare all’incasso dell’affitto – ha aggiunto il sindaco -, il 29 ottobre ho nuovamente scritto al Ministero per confermare l’intenzione della gratuità”.
La sua versione dei fatti, tuttavia, non ha soddisfatto le aspettative della Lega. “Il sindaco dice di non volerla mettere sul piano politico – ha dichiarato il capogruppo Edoardo Trezzi – ma si è affrettato a dire che è colpa di Salvini. Allora ci tocca dire che già nel 2006 si parlava della chiusura del distaccamento con il Governo Amato di centrosinistra, intenzione ribadita nel 2013 da Angelino Alfano, ancora una volta ministro di quella coalizione. Ora fa bene Rossi a dire che non è cambiato nulla da un giorno o da un mese: è cambiato tutto da agosto. Perché quella firma di gennaio del capo della Polizia, con Salvini al ministero non ha trovato applicazione. Ora, invece, si rischia la chiusura”.
Sulla questione è intervenuta anche Ilaria Anna Cerqua, capogruppo di Forza Italia e figlia dello storico Comandante della Polstrada seregnese: “Il sindaco parla di interlocuzioni quasi da bar, con date sfumate. Ho dubbi sul fatto che si sia interessato dai primi mesi del 2019. Eppure da anni si vociferava della chiusura, perché la situazione è complessa. Io, addirittura, avevo trattato l’argomento nella campagna elettorale della primavera 2018. Il sindaco, da giugno 2018 a marzo 2019, non ha mai incontrato la Polstrada di Seregno?”.
In tutta la polemica non manca la voce fuori dal coro. E’ quella di Tiziano Mariani, capogruppo della lista civica “Noi x Seregno”, che invece di pensare alle accuse, da imprenditore bada al sodo: “I tempi cambiano, le esigenze anche. Quest’anno sono stati riorganizzati su base provinciale anche i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Se guardiamo un pochino più in là del nostro naso vediamo che la Questura di Monza in linea d’aria è vicinissima a Seregno. Capisco tutte le questioni politiche sul non voler perdere il servizio, capisco il legame storico, ma il distaccamento della Polstrada a Seregno oggi come oggi non ha proprio alcun senso di esistere”.
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