“Dal consigliere regionale Andrea Monti apprendiamo che convocare un incontro istituzionale per affrontare un problema serio, urgente e molto sentito dai cittadini è fare propaganda! Siamo rimasti esterrefatti dalla dichiarazione di Monti, sia per i modi con cui attacca il Prefetto Patrizia Palmisani che per i contenuti che definire imbarazzanti è assolutamente riduttivo”. A poche ore di distanza dalle accuse lanciate dal consigliere regionale della Lega arriva la replica dei sindaci di Seregno, Desio e Lissone, che nei giorni scorsi si sono recati dal Prefetto per affrontare i problemi del trasporto ferroviario.
“L’incontro in Prefettura – spiegano i sindaci – non era ristretto come sostiene Monti, ma era molto allargato. C’era la Prefettura, c’era Regione Lombardia, c’era Trenord, c’era RFI, c’eravano noi tre sindaci (che rappresentiamo le città della provincia di Monza e Brianza maggiormente coinvolte dal traffico pendolare sulle linee S9 ed S11), c’era la provincia di Monza e Brianza nella persona del consigliere provinciale Fabio Meroni, delegato dal presidente Luca Santambrogio. Non è la prima volta che noi tre sindaci abbiamo incontri di quel tipo in prefettura; circa un anno e mezzo fa, ne abbiamo avuto uno analogo con il prefetto Vilasi ed il presidente della provincia allora era Roberto Invernizzi, quindi non ci sembra che siano stati usati atteggiamenti differenti ieri come oggi e non ci risulta che, allora, il consigliere Monti si fosse stracciato le vesti. Quello che è differente oggi, è che la Lega ha molti nervi scoperti perché i problemi generati in decenni di gestione della regione Lombardia, cominciano a venire a galla”.
“In compenso – sottolineano i tre sindaci – il paladino della Lega, Andrea Monti, fa molto bene il suo lavoro politico, visto che ogni intervento è volto a difendere il suo partito, la Lega, mentre noi solleviamo problemi e cerchiamo di fare in modo che si trovino soluzioni, non per noi stessi e neanche solamente per i comuni che amministriamo, perché tantissimi pendolari che affollano le nostre tre stazioni (circa 30.000 al giorno), non abitano nei nostri comuni ma in quelli limitrofi e quindi quando rivendichiamo un servizio ferroviario all’altezza lo facciamo per i pendolari del territorio. Monti, invece di infilarsi in polemiche sterili ed infondate dovrebbe avere ben in mente questo e non la difesa partigiana del suo partito che ha molte, troppe responsabilità per la situazione in cui il sistema ferroviario lombardo ed in particolare quello delle linee S9 ed S11, si trova oggi”.