SEREGNO – “Chiediamo che il sindaco Alberto Rossi emetta subito una diffida, perché a nostro avviso la moschea c’è. Siamo venuti in via Milano per il consueto sopralluogo, abbiamo trovato persone che ci chiedevano indicazioni. Facendo finta di nulla abbiamo chiesto cosa cercavano, per poter essere più utili, ci è stato risposto che dovevano andare alla moschea”. E’ quanto rivela Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega, con un nuovo video pubblicato su Facebook.
Con lui anche Maria Gabriella Cadorin, altro consigliere del Carroccio, che aggiunge: “Hanno aperto la porta, all’interno abbiamo visto quaranta o cinquanta persone tra donne, bambini, adulti. Distribuivano dell’acqua, stavano facendo una sorta di preghiera. Abbiamo avvisato il sindaco, che era proprio qui di fianco per l’inaugurazione di un locale, quanto è accaduto conferma in pieno la bontà delle nostre tesi. Ovvero se è bastato passare di qui una sera per accorgersi di quanto accade in quegli spazi, forse vigilando in modo più puntuale non si sarebbe arrivati a questo punto. Ora chiediamo che prenda provvedimenti immediati”.
“La Lega continua a chiedere una diffida che c’è è stata emessa – spiega il sindaco -, ma nella serata di sabato nemmeno se lo ricordava. Ero presente nell’area, ho assistito a un viavai di persone dalle 19 in avanti. Ho ritenuto doveroso dopo un po’ avvisare le forze dell’ordine. C’è stato anche un controllo, ora faremo tutte le valutazioni sui provvedimenti da adottare. Tranquillizzo i cittadini sul fatto che c’è un controllo costante per verificare la regolarità dell’attività svolta in quell’immobile e, eventualmente, per intervenire. Questo tema è sotto l’attenzione delle forze dell’ordine a tutti i livelli”.
“Ribadisco che il rispetto delle regole deve valere per tutti – aggiunge William Viganò, assessore alla Sicurezza -. Ciò che si può fare in quest’area è ben chiaro anche alla proprietà. Ora analizzeremo l’esito dei controlli per valutare come agire”.
Per la Lega la risposta è già scontata: fermezza. Già in Consiglio comunale Cadorin aveva chiesto di intensificare i controlli e di non limitarsi al pattugliamento: “Hanno anche la cassetta della posta intestata all’associazione, si potranno pure fare controlli a livello fiscale attraverso l’Agenzia delle Entrate. Ci sono tante attività che possono permettere di tenere sott’occhio la situazione e avere risultati certi”.
Il sindaco, però, avverte: “Il fatto che sia la sede di un’associazione non è sinonimo di illegalità. Dipende dall’attività che questa associazione svolge in quegli spazi a vocazione artigianale e produttiva. I consiglieri del Carroccio hanno visto come me che c’è stato un ritrovo, ma prove di attività di culto non ne hanno. Alla Lega creare il panico porta voti, questo è lo stile. Noi garantiamo che l’attenzione sul tema è massima, ma quando ci sono altre forze dell’ordine coinvolte sopra l’ambito comunale, sono loro che decidono quando intervenire insieme alla Polizia locale”.
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