CESANO MADERNO – A fronte della soddisfazione dei politici, c’è chi storce un po’ il naso sugli sviluppi della vicenda del Superdì di Cesano Maderno. Per i sindacati è ancora troppo presto per stappare la bottiglia di champagne, meglio tenerla ancora in frigorifero per almeno un altro mese.
“Abbiamo appreso la notizia del subentro del Gigante – afferma Andrea Montanari della Cgil – è una novità che accogliamo indubbiamente con gioia ma, in tutta sincerità, anche con riserva. Attendiamo gli sviluppi. Questa novità per noi non è sufficiente per poter dire che il caso è chiuso”.
Il sindacalista non si fa problemi a indicare qual è il punto critico che resta da affrontare: i contratti che verranno sottoscritti con i 38 dipendenti ormai ex Superdì che, presumibilmente con l’inizio di novembre, potranno iniziare il nuovo rapporto di lavoro.
“Per esempio – commenta Montanari – non riusciamo a comprendere perché la nuova proprietà abbia deciso di escludere i sindacati dalle nuove trattative. Dirò di più: non mi è assolutamente chiaro perché Il Gigante, dopo aver dichiarato che assorbirà l’intera forza lavoro, abbia deciso di convocare uno per uno, singolarmente, i futuri dipendenti. Questo ci dà garanzie sul fatto che il contratto che verrà sottoposto è uguale per tutti e che avrà uguale durata per ogni dipendente? Assolutamente no. Con quei colloqui individuali si generano solo dubbi e si mette in difficoltà il personale”.
Prima di sparare a zero sulla nuova proprietà, tuttavia, Montanari preferisce attendere le novità. “Con Il Gigante – racconta – abbiamo aperti diversi tavoli a livello regionale. Pur nella diversità di vedute le trattative vanno avanti. Spero che possa accadere anche qui e che, perché no, oltre ai 38 dipendenti del Molinello sia possibile ricollocare qui anche qualcuno degli altri rimasto ancora senza un impiego”.
Sull’aspetto occupazionale punta il dito anche Rita Bonanno, della Uil, che a sua volta vede aspetti molto positivi in questi ultimi sviluppi, anche se non nasconde diversi motivi preoccupazione. “Onestamente – racconta Bonanno – non posso negare che la ricollocazione delle 38 persone ex Superdì di Cesano Maderno sia un gran risultato. Per un motivo in particolare: in quei 38 possiamo contare anche una nutrita rappresentanza di donne over 45 che, altrimenti, troverebbero serie difficoltà a ritornare nel mercato del lavoro. Ora questa possibilità è garantita e, oltretutto, anche a due passi da casa. Da questo punto di vista, pertanto, non si può che esprimere soddisfazione. Altrettanto contenta, e devo dire un grazie enorme e sentito, alle istituzioni che, sebbene di colore politico diverso, hanno lavorato compatte e con continuità facendo sentire la loro vicinanza e contribuendo al raggiungimento del risultato”.
Anche per lei, però, la preoccupazione deriva dalla parte contrattuale. “Anche a me non è piaciuta l’idea di convocare singolarmente ogni dipendente – spiega Bonanno – ma sono ancora più preoccupata dagli strascichi della situazione precedente. La nuova proprietà si farà carico dei Tfr? Si preoccuperà degli arretrati? O, al contrario, tirerà una bella riga per indicare che si riparte con questa nuova avventura dimenticando tutto ciò che i dipendenti hanno conquistato negli anni? Un ventenne alla prima esperienza di lavoro non avrebbe nulla da perdere. Qui, invece, c’è gente che lavorava al Superdì di Cesano Maderno fin dal giorno dell’apertura e che rischia praticamente di ripartire da zero”.