MONZA – “Ho scritto personalmente al sindaco di Monza, che ritenevo un amico, che non metterò mai più piede nella città che mi ha tradito, umiliato, violentato sotto gli occhi di tutti senza che nessuno abbia mosso un dito”. E’ lo sfogo di Morgan dopo lo sfratto esecutivo che nei giorni scorsi l’ha costretto a lasciare la sua abitazione. Seguito dal no della Giunta comunale di Sutri che non ha accettato la proposta del sindaco di Vittorio Sgarbi di concedere uno spazio al musicista, dove poter lavorare in serenità in cambio di lezioni gratuite ai cittadini.
“La casa di un musicista – afferma Morgan – è il luogo dove crea. Tutte le case degli artisti lo sono. Il valore di una casa di artista non dipende da quanti quadri di Picasso contiene perché è essa stessa il quadro e quando giudichi un quadro non giudichi se la tempera era costosa o era sabbia raccolta per strada. Dico questo perché è evidente che bisogna spiegare tutto bene, passo per passo. Oggi, da tutto quel che ho potuto vedere, dalle reazioni, i commenti le opinioni, gli interventi, pochissimi pare abbiano centrato il tema e ne abbiano colto l’importanza civile, sociale, nazionale, umana, esistenziale”.
“Sgarbi – conclude l’artista -, che si dimostra uomo di grande intelligenza, di profonda conoscenza, di cultura vera e divulgativa ha immediatamente capito il tema, lo ha abbracciato e divulgato ma siamo in un’epoca per l’Italia di evidente regressione e non lo hanno capito. Lui è un uomo che sa leggere l’arte come pochi al mondo, quindi sa leggere il mondo. Immagino quanto sia deluso dal vedere la città di cui è sindaco agire in modo così volgare e primitivo; lo stesso dispiacere che ho avuto io di fronte alla vigliaccheria con cui la mia città Monza ha negato il rispetto ad un uomo che ha solo e sempre portato le sue origini nel palmo di mano e prestato servizio alla comunità gratuitamente e amorosamente”.