E’ uno dei più grandi registi italiani tuttora viventi, apprezzato e premiato in tutto il mondo. Franco Zeffirelli domani, martedì 12 febbraio, spegne 96 candeline.
Una grande carriera la sua, a tutto tondo, capace di spaziare dal mondo della scenaggiatura a quello della regia. Dal teatro, alla lirica, alla televisione e, naturalmente, anche al grande schermo. Sempre con risultati egregi.
I suoi primi passi sono proprio come sceneggiatore nel dopoguerra: a lui il compito di curare “Troilo e Clessidra”, tragedia di William Shakespeare messa in scena da Luchino Visconti. Con il regista nascerà un grande legame. Sarà con lui che Zeffirelli inizierà ad avvicinarsi al cinema, nelle vesti di aiutante, insieme a Francesco Rosi.
Il talento non manca, la voglia nemmeno. Non è un caso se Zeffirelli approda come regista al Teatro della Scala di Milano nei primi anni ’50. Colleziona un successo dietro l’altro, con opere che vengono portate poi in tournée a livello internazionale. Il successo gli spalanca le porte della televisione, anche se nella lirica dimostra di essere un numero uno.
Al cinema sfonderà verso la fine degli anni ’60 con “La bisbetica domata” (nel 1967) e “Romeo e Giulietta” (nel 1968). Poi negli anni ’70 il capolavoro televisivo di “Gesù di Nazareth” (1976) che terrà incollati alla tv per molte puntate tutti gli italiani. Con lui tornerà a nascere anche l’Arena di Verona nella stagione estiva della lirica: memorabile la sua “Aida”, un vero e proprio spettacolo nello spettacolo.
Talento, passione, caparbietà, cultura, grande comunicatore. Lo premierà anche la Regina Elisabetta II, conferendogli il titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico per come ha saputo interpretare e divulgare le opere di Shakespeare.
Alla sua carriera manca solo un tassello: l’Oscar. I suoi film complessivamente hanno ottenuto 14 nomination, lui non ha mai portato a casa la celebre statuetta. Anche senza quella, tuttavia, un posto tra i grandi l’ha conquistato di diritto.