MONZA – Chiede informazioni sul prezzo dell’acqua e viene ricoperta di ridicolo, insulti e minacce. Il tutto viene poi candidamente postato in rete. Ha dell’incredibile quello accaduto nei giorni scorsi al centro commerciale Iper di Monza dove una donna cinese ha chiesto a un uomo nella sua lingua informazioni sul prezzo dell’uomo. L’uomo, ripreso con il telefonino da un’altra persona, dopo aver tentato inutilmente una comunicazione in inglese, ha prima ricoperto la donna di insulti razzisti e poi minacciata di volerle spezzare le gambe e di spararle in testa, facendo anche il gesto della pistola rivolta sul capo della signora, mentre un dipendente dello store assisteva divertito alla scena.
Il video è finito subito in rete dove è scoppiata la polemica. Sul caso è intervenuta anche la consigliera comunale del Pd Francesca Pontani che sul suo profilo facebook “Diario di bordo di una consigliera” ha postato il video e scritto “Tolleranza zero verso chi sporca il nome della nostra città . A pochi giorni di distanza dai vergognosi insulti omofobi Monza torna alla ribalta di fatti simili. La mia solidarietà alla signora vittima della vera e propria aggressione verbale, ma questo certamente non può bastare. Dunque nuovamente gridiamo forte tolleranza zero”.
Portando poi la vicenda sul piano politico. “Tolleranza zero, non quella professata dal baby sceriffo alla Sicurezza (l’assessore Federico Arena, ndr) – ha aggiunto -. Tolleranza zero verso tutti i razzisti e gli omofobi che si aggirano per le nostre strade. Monza è intollerante… vero. Ma è intollerante verso i razzisti e i prepotenti”.
Anche l’Iper di Monza ha commentato l’episodio avvenuto tra le corsie del supermercato di via Stucchi. “Siamo sbigottiti rispetto al suo contenuto – si legge sulla pagina facebook dello store monzese – e chiediamo scusa alla nostra cliente, siamo noi stessi indignati per quanto possa essere accaduto all’interno di un nostro punto vendita”.
Intanto gli addetti stanno analizzando le immagini. “Prenderemo immediati e adeguati provvedimenti nei confronti di qualunque dipendente Iper risulti coinvolto – aggiungono – il quale possiamo già dirlo senza alcun indugio non rappresenta in alcun modo la nostra azienda”.
B. Api