SEREGNO – In Consiglio comunale, per una volta, i giri di parole sono stati accantonati per essere molto diretti e dire davanti al microfono ciò che si pensa veramente: tutti contro il Comune di Macherio, accusato di essere stato l’autore di un vere e proprio sgarbo istituzionale nei confronti di Seregno e degli altri Comuni della zona.
A scatenare il rancore e l’incredulità degli amministratori comunali di Seregno è stata la modalità con cui Macherio ha deciso di agire per vendere la propria quota azionaria di Gelsia. Nessuno degli esponenti dei vari gruppi consiliari ha mostrato perplessità per la decisione. Si tratta infatti di una scelta legittima compiuta in totale autonomia dal Comune di Macherio. Anzi, dovuta per legge: ogni Comune, infatti, nell’ultimo anno è stato chiamato ad approvare un piano delle alienazioni delle quote nelle società partecipate, ritenute di non fondamentale importanza ai fini della propria attività. Con l’obbligo, in particolare, di rivedere la partecipazione in due società concorrenti che operano nello stesso settore. A fronte dell’obbligo imposto dal legislatore il Consiglio comunale di Macherio ha deliberato la vendita della sua quota azionaria di Gelsia.
Del resto potrebbe anche essere considerata non strategica in virtù di quello 0,069 per cento posseduto. Quota minima, che porta a incassare in caso di vendita soltanto 103 mila euro.
A scatenare il Consiglio comunale di Seregno, però, è stata la modalità di vendita: una procedura aperta che ha portato all’aggiudicazione delle quote alla società Canarbino Spa a capitale privato.
Ad aprire il fuoco per prima è stata Ilaria Anna Cerqua (Forza Italia), che ha definito “sconcertante” l’operazione. “Una novità di oggi, con Gelsia che per statuto il 28 dicembre ha informato tutti sulle modalità del Comune di Macherio. Io resto allibita anche per i normali rapporti che esistono tra i Comuni e che in questo caso sono venuti meno. Neanche si sono degnati di avvisare”.
A rincarare la dose ci ha pensato Tiziano Mariani (capogruppo della lista civica “Noi x Seregno”): “E’ giusto sapere che Canarbino Spa vende gas e corrente elettrica, quindi è una azienda concorrente. Si corre il rischio che società più grosse inizino a rastrellare le quote. C’è poco da dire: Macherio ha fatto uno sgarro politico al Comune di Seregno. Ora chiedo che Aeb convochi tutti i Comuni per ricordare i termini dello statuto. Macherio sappia che va rispettato, non può permettersi di fare ciò che ha deciso. In questo caso c’è anche una serie di danni prodotti, anche di immagine. Gli avvocati di Gelsia diano una lezione a tutti i Comuni che agiscono in modo scorretto”.
Posizione condivisa da Maria Gabriella Cadorin (Lega), che ha invitato il sindaco Alberto Rossi a confrontarsi con gli altri sindaci e, soprattutto, a chiedere un chiarimento a quello di Macherio.
Giuseppe Borgonovo, assessore con delega alle Società partecipate, ha rassicurato i presenti sulle intenzioni bellicose del Comune di Seregno: “Non riconosceremo il diritto di socio a Canarbino Spa. Non la accettiamo nemmeno nel libro soci”.
Il Consiglio comunale, in attesa della battaglia, con voto unanime ha deciso di autorizzare Aeb Spa (di cui il Comune detiene oltre il 71 per cento, azienda che a sua volta è socio di maggioranza di Gelsia) a esercitare il diritto di prelazione per rilevare la quota ceduta dal Comune di Macherio.