MONZA – Ormai archiviato l’89esima edizione del Gran Premio di Formula 1 il Comitato per il Parco “Antonio Cederna” fa i conti in tasca agli organizzatori.
Numeri alla mano (con bilancio della Sias e di Aci, azionista di maggioranza di Sias) risulta per il 2017 un utile d’esercizio di quasi 1,9 milioni di euro derivato non dal valore della produzione (cioè non dai ricavi delle vendite e delle prestazioni che al contrario si sono ridotti del 2,1 per cento), bensì dalla riduzione dei costi (precisamente 5,5 milioni di euro).
“Dal bilancio risulta chiaro che la Sias si mantiene a galla attraverso una drastica riduzione dei costi e grazie al sostegno di Aci – si legge nel comunicato stampa diramato dal Comitato per il Paro – Aci, a sua volta, ha deciso di organizzare in prima persona il Gran Premio di Monza, intrattenendo direttamente i rapporti con la F.O.W.C. Ltd che esercita i diritti commerciali della F1 e stipulando un contratto di servizio con Sias. Il contratto prevede che Sias svolga le attività operative per la gestione del Gran Premio (organizzazione, vigilanza, biglietteria ecc.) e fatturi ad Aci il lavoro svolto”.
Poi il passaggio successivo. “Sias incassa fisicamente i proventi della vendita dei biglietti, ma ne versa poi il valore ad Aci: 8.6 mln di credito di Sias verso Aco di contro a 12.3 mln di debito di Sias verso Aci – si legge ancora nel comunicato – Dai dati di bilancio di Aci emerge che il giro d’affari nel 2017 è stato pari a 423 milioni di euro, per la maggior parte (esattamente l’84% ) provenienti da attività esattoriali (Pra e riscossione di altre tasse) e solo per 67 milioni da attività sportive, turistiche, assicuratrici, etc., nonché 35 milioni di perdita delle attività istituzionali”.
I dati di questa edizione del Gran Premio, secondo le fonti della Gazzetta dello Sport all’indomani della gara, parlano di 16 milioni di euro di incassi a fronte di una spesa di 24 milioni e mezzo con una perdita netta di oltre 8 milioni. Il Comitato per il Parco a questo punto si pone una domanda: può essere considerata un affare?
“Il mantenimento della titolarità del Gran Premio a Monza (che scadrà il prossimo anno) non è certamente un affare per la collettività – si legge ancora nella nota stampa – Liberty Media, che ha sostituito Bernie Ecclestone nella gestione del calendario delle gare a livello mondiale, ha preteso per il triennio 2017-2019, 68 milioni di dollari per poter essere inseriti nel calendario e si appresta alle trattative con i diversi circuiti, fra cui Monza, per i rinnovi”.
Il futuro del Gran Premio di Monza è sempre più nebuloso, soprattutto perché per mantenerlo sarà necessario mettere pesantemente mano al portafogli.
“Già ora il denaro pubblico coinvolto non è poco – precisano nel comunicato – 5 milioni di esborso da parte della Regione Lombardia, somma rientra in un finanziamento di 15 milioni (5 all’anno nel periodo 2017-19), a cui si somma il contributo dell’Aci: l’importo netto (tenuto conto dei ricavi da biglietteria e dei costi organizzativi) versato lo scorso anno è stato pari a 11milioni e 126mila euro. Il totale complessivo di danaro pubblico è pari a 16milioni e 126mila euro. Precisiamo che è legittimo parlare di denaro pubblico anche per quanto riguarda i soldi versati dall’Aci, considerando che il Pubblico Registro Automobilistico dell’Aci, costituisce un inutile doppione di un altro registro automobilistico nazionale; situazione questa a causa della quale i cittadini italiani pagano due enti invece di uno e subiscono un mancato introito per le casse statali, valutato attorno a circa 60 mln di euro”.
Per il Comitato Parco anche il ritorno di immagine, gli incassi di strutture alberghiere, di ristorazioni e commerciali per la tre giorni del Gran Premio non sono così importanti da investire per mantenere l’evento i città.
Il Comitato ha fornito i numeri di quest’anno: 2milioni e 200mila euro ricavi da pernottamenti in alberghi e in altre strutture, 4milioni 776mila euro (ricavo per i vitti nei 4 giorni del Gp), 1milione 674mila euro (acquisti nei negozi), 725mila euro (ricavi dei bar) per un totale di 9milioni e 365mila euro.
“Una cifra che è ben lontana dalle stime roboanti del dopo Gp che variano, a seconda di chi se ne fa portavoce, dai 24 ai 27 ai 30 milioni di euro – spiegano i componenti del Comitato Parco – Quel che è certo è che in quasi 100 anni di presenza sul territorio del circuito, il settore ricettivo e ricreativo non ha guadagnato, ma ha addirittura perso”.
Il Comitato per il Parco “Antonio Cederna” rilancia per l’ennesima volta il piano B: generare turismo e introito, non solo nei tre giorni dell’evento motoristico, rilanciando tutto l’anno il turismo in città sfruttando il complesso monumentale Villa, Parco, Giardini e Boschetti che potrebbe essere recuperato, reso fruibile e collegato alle altre bellezze presenti a Monza.
“Basterebbe rendersi conto che i tempi sono cambiati e che non vale la pena di alimentare un’attività che, a livello locale, oltre a confliggere naturalmente con il Parco, è fonte di un esborso ingente per la collettività a scapito di investimenti in altri settori, fra i quali quello culturale ed educativo – ribadiscono – basterebbe quanto noi tutti versiamo ogni anno a Liberty Media per restaurare Villa Mirabellino o l’ala nord della Villa Reale o l’ex Borsa o scegliete voi quel che più vi interessa”.